Libri sul punk in Italia

Quello che è stato il punk in Italia: dal Punk Rock al Punk HC dalla fine degli anni 70 ad oggi raccontato dai suoi protagonisti. Le vecchie band e i vecchi concerti raccontati da chi c'era e di come li ha vissuti, dal concerto dei Clash a Bologna all'occupazione del Virus di Milano passano tra e band della capitale. Una serie di libri che spero esaudisca la vostra sete di conoscenza.

LISTA Libri sul punk in Italia:














8 Libri sul PUNK in Italia: le band e i protagonisti, raccontati da chi l'ha vissuto

Bologna 1980. Il concerto dei Clash in Piazza Maggiore nell'anno che cambiò l'Italia

Il concerto dei Clash a Bologna non fu semplicemente un importante evento musicale, uno dei più importanti di tutti i tempi per l'Italia. Tutto quello che accadde su e giù dal palco di Piazza Maggiore, prima, durante e dopo il concerto, determinò una serie di azioni e reazioni che influenzano ancora oggi la vita culturale e contro culturale del paese. Lo dimostrano i ricordi e le testimonianze degli organizzatori, dei fan e della stessa band, che anche dei punk contestatori e dei giovani arrabbiati che portavano addosso ancora le ferite del 1977, oltre alla parole di giornalisti e intellettuali che, forse, non compresero davvero e fino in fondo la portata sociale di quelle due ore scarse di musica. Tutto ciò nel 1980, l'anno in cui perdemmo definitivamente l'innocenza e che chiuse un Secolo con vent'anni d'anticipo.

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Roma brucia. Quarant'anni di musica capitale

Dalla seconda metà degli anni '70 il punk ha cambiato il volto del rock, creando una linea di demarcazione tra "prima" e "dopo": nuovi stili, nuovi atteggiamenti e nuovi modi di proporsi al pubblico e sul mercato si sono affermati ovunque nel mondo con effetti tutt'oggi evidenti. In questo quadro anche Roma si è ritagliata un suo spazio, dando vita a centinaia di realtà significative che a volte hanno conquistato le luci dei riflettori e in altri casi sono rimaste più di culto: dal punk dei Bloody Riot al folk-rock de Il Muro del Canto, passando per il combat-rock della Banda Bassotti, il rap degli Assalti Frontali, la nuova canzone d'autore di Max Gazzè, Niccolò Fabi, Daniele Silvestri, Tiromancino e Riccardo Sinigallia, l'indie de I Cani, fino a band affermatesi pure all'estero come Zu e Giuda, la Capitale non ha mai mancato di offrire musica personale e di grande interesse. Nei suoi oltre quattro decenni di attività giornalistica, Federico Guglielmi è stato testimone oculare e puntuale cronista di quanto accadeva nell'ambito della nuova musica nazionale, con migliaia di recensioni e centinaia tra approfondimenti e interviste. Un'ampia selezione di quanto da lui scritto a proposito delle tante scene che si sono avvicendate e sovrapposte a Roma è stato ora raccolto in questo libro prezioso per la quantità e la varietà del materiale, ma soprattutto perché costituito da testimonianze in massima parte contemporanee agli eventi e non ricostruite con il senno di poi.

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Costretti a sanguinare. Racconto urlato sul punk

Lui suona in una band, provoca i benpensanti e scrive invettive contro il futuro, ha lo sguardo allucinato e, sulla schiena del giubbotto, la scritta "Costretti a sanguinare". Una narrazione senza virgole e senza pause, come avviene nei dialoghi più appassionati, un flusso di coscienza a strappi, simile al balbettio di un oratore concitato, un libro autobiografico che tenta di trovare l'eco di un moto collettivo. Una testimonianza urlata sul punk italiano che ha segnato un drammatico passaggio d'epoca, modificando per sempre l'immaginario e la critica all'omologazione. Un testo febbrile che mette in scena la rabbia e lotta per la sopravvivenza di migliaia di giovanissimi che frequentavano lo storico centro sociale Virus di via Correggio 18, quando Milano era una delle capitali del punk in Europa. Come in un romanzo, ricco di episodi esilaranti e di situazioni limite, qui si corre a tutta velocità lungo otto anni, dal 1977 al 1984, sulla linea di una fragile etica metropolitana per ribelli di ieri e di oggi. Riscritto e aggiornato dall'autore con nuovo carburante narrativo, "Costretti a sanguinare continua il suo resistente viaggio editoriale alla caccia di lettori che vogliono provare a cambiare il mondo e il proprio destino.

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Come macchine impazzite. Il doppio sparo dei Kina

Come hanno fatto tre ragazzi nati in una piccola città circondata dalle Alpi a incendiare i palchi più combattivi di mezza Europa per oltre un decennio? "Come macchine impazzite" è un intreccio di due narrazioni ambientate in epoche diverse ma sullo stesso asse geografico (Aosta-Torino-Berlino), entrambe girano sulla giostra della vita mosse dalla contraddittoria energia del punk. La prima, raccontata dalla voce del bassista Gianpiero Capra, è la cronaca dell'avventura di un gruppo seminale della scena hardcore italiana, i Kina. Una vicenda vissuta in prima fila nelle trincee degli anni ottanta, tra interminabili tour, sfide all'ultimo accordo e notti trascorse sui materassi più precari di un'Europa ancora divisa. La seconda storia è quella di Stephania Giacobone, una giovane della Valle d'Aosta che s'appassiona a una band nata dalle sue parti tanti anni prima, al punto da prendere dalla musica e dal loro immaginario, gli strumenti adatti per iniziare un percorso di riscatto personale. L'incontro di Stephania con Gianpiero segnerà la chiusura del cerchio che ha come esito un libro scritto sul crinale di una memoria in grado di agire sul presente, in contrapposizione all'oblio nostalgico. L'ultima parte del volume è dedicata all'apparato iconografico e alle testimonianze dei partecipanti al viaggio dei Kina, tra cui il chitarrista Alberto e il batterista Sergio.

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Negazione. Il giorno del sole

Questa non è la storia dei Negazione ma un racconto che prova a spiegare quello che siamo stati in un periodo lungo tre anni e un po': dall'inizio dell'autunno 1984 alla fine dell'inverno 1988. Quando non solo sono nati i brani qui raccolti, ma si è anche e soprattutto affermato il nostro modo di essere "i Negazione": gruppo, famiglia, hardcore band, più tutto il resto.

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Lumi di punk. La scena italiana raccontata dai protagonisti 

La nascita del punk in Italia si è intrecciata allo straordinario movimento della sinistra extraparlamentare. Da questo incontro, quasi inesistente altrove, esplode un'originale esperienza che utilizza gli spazi occupati dalla precedente generazione per organizzare concerti autogestiti e strutturare un'innovativa e radicale proposta politico-esistenziale. Lungo tutta la penisola decine e decine di gruppi punk formano un circuito perfettamente funzionante che crea le basi di un preciso stile di vita anticonformista e riottoso, destinato a influenzare in profondità anche il presente. In "Lumi di punk" trenta protagonisti di quella scena prendono la parola. La prima tappa di una ricognizione sui sussulti che hanno dato origine all'ultimo periodo in cui l'Italia non è stata provincia.

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Gaznevada. Mamma dammi la benza! 

Il "dopo '77" a Bologna porta con sé storie di vita e di scoperte, di intuizioni e di creatività. La colonna sonora della città era punk/new wave e i musicisti di punta i Gaznevada, in origine "Centro D'Urlo Metropolitano" (oltre agli Skiantos). Di loro si diceva che fossero il braccio armato musicale della coltissima Traumfabrik dei mitici fumettisti Scozzari e Andrea Pazienza e della scuola Rank Xerox di Tamburini e Liberatore. In realtà i Gaz all'inizio erano un tozzo, caciarone, magnifico gruppo punk. Poi divennero altro. Studiarono, maturarono, sperimentarono. Ma all'inizio erano questo, un gruppo punk, di intelligenza sopraffina e dalla mano pesante. Mamma dammi la benza!, pubblicato dalla Harpo's Music nel marzo del '79, è la testimonianza concreta della loro forza d'urto: la band, attiva da tempo, lasciava con questo album il primo segno del proprio passaggio sulla nuova scena rock italiana. Incendiandola. Nella loro grezzezza, i nove brani di quella leggendaria cassettina bruciavano come un lacrimogeno esploso a un metro dagli occhi. L'urgenza e il sarcasmo dei primi Gaznevada li ritroviamo oggi nelle tracce di questo cd utile a capire cosa era il punk e cosa invece non è più. Roba vecchia di trent'anni che fa ancora male. Da maneggiare con cura, senza farsi fregare dalla nostalgia. Cattivi, come sempre!

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Dritti contro un muro. L'hardcore punk italiano degli anni '80 raccontato da 140 protagonisti

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Uscito vivo dagli anni '80. Storie da sopra e sotto il palco

"Bottiglie rotte, sangue, nasi a pezzi, gente che fuggiva e urlava. Nausea. Basta. Noi volevamo solo suonare, suonare veloce, violento e pesante. La nostra rivoluzione l'avevamo già fatta e se eravamo su un palco a suonare punk era perché di altre rivoluzioni non se ne potevano più fare in altro modo, perché era solo con la musica e con il nostro modo di farla e viverla che potevamo dare un messaggio". Il libro è un viaggio, ironico e disincantato, attraverso considerazioni, aneddoti ed episodi all'interno della scena underground italiana di fine anni '70 inizi anni '80, in una sorta di diario personale che raccoglie pagine e pagine di esperienze, ma soprattutto è l'anima di chi quegli anni li ha vissuti in prima linea. Antonio "Tony Face" Bacciocchi, musicista e tra i primi protagonisti della scena punk e mod, rivive l'atmosfera, le contraddizioni, l'entusiasmo, la spontaneità, l'ingenuità di chi, all'epoca minorenne o quasi, si tuffava in un'esperienza, una cultura, un'energia destinata a cambiare i suoni, i costumi, gli usi delle generazioni a venire. Il tutto senza impeti nostalgici, né voglia di stupire o di insegnare. Un documento fotografico e storico, su una parte del movimento punk e mod italiano da un protagonista di quegli anni.

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I pirati dei navigli 

Siamo nel mezzo degli anni Ottanta, Milano è infestata da yuppie e zombie televisivi, la polizia ha appena sgomberato il centro sociale Virus e un'intera stagione sembra conclusa. Ma l'incontro con un libraio illuminato, una storia d'amore sorprendente e una rivista cyberpunk sono la miscela capace di dare l'innesco a un riscatto collettivo. Dallo scantinato ribattezzato Helter Skelter - che si trasforma in un luogo per sperimentazioni artistiche e tecnologiche all'avanguardia - all'esplosivo esordio del centro sociale Cox 18, sede di forte fermento culturale a due passi dalla Darsena, i Pirati dei Navigli seminano per le vie di Milano le scintille rivoluzionarie della controcultura. A voce alta, con il coraggio di chi porta su di sé molte cicatrici, Marco Philopat trasforma la storia che ha realmente vissuto in un romanzo ricco di episodi esilaranti, imprese incredibili e disavventure sconvolgenti. “I pirati dei Navigli” è un viaggio in un periodo poco conosciuto della cultura underground, dal 1984 al 1989, il ritratto di una figura unica come quella di Primo Moroni, e al tempo stesso un'avventura che lascia il segno e che ci regala squarci di utopia.

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Ribelli nello spazio. Culture underground degli anni Settanta. Lo Space Electronic a Firenze

Attraverso questo libro facciamo un salto nella Firenze degli anni Settanta, nelle sue piazze, i suoi locali, dallo Space Electronic - dove passarono Van Der Graaf Generator, Atomic Rooster, Canned Heat, Quintessence, Area, Nucleus, Rory Gallagher... - a La Buccia, dal Banana Moon all'Apis Niger, al Tabasco. Si ascoltavano dischi in vinile e si leggeva la Beat Generation, mentre irrompevano sulla scena della vita il cinema off, le culture psichedeliche, la cucina macrobiotica, le militanze politiche, le prime riunioni gay, le prime discoteche omosex, il teatro sperimentale, la moda freak, le comunità hippy, il rock clubbing, le fughe estive, le vacanze ad Amsterdam: insomma, la cultura underground. Con il contributo di alcuni irriducibili "ribelli". Acquistalo su amazon


📌Guarda anche la serie di libri sul post punk, new wave e dark