Libri sulla musica dark e la sottocultura goth, dark e new wave.

Una volta qualcuno fece un affermazione emblematica per riassumere la sottocultura "goth" (che in Italia impropriamente chiamano "Dark"), e cioé: "se il punk urlava fuori, i dark urlavano dentro". Con il loro abbgliamento (NERO, ma non solo) i loro capelli cotonati e trucco pesante (senza distinzione di sesso) non sono certo passati inosservati nelle città di una qualsiasi metropoli del mondo durante gli ultimi decenni. Qui di seguito ci sono alcuni libri che raccontano ciò che è stato l'evoluzione del punk a fine anni 70 per dare vita a nuovi stili musicali, culturali ed estetici. Dai suoni oscuri dei Joy Division e Bauhaus alla New Wave italiana degli anni 80. Buona lettura.



Libri sul post punk, new wave, dark e goth in Inghilterra e in Europa















Vediamo alcuni libri sul post punk nello specifico:


No input, no output. The italian records story (1980-1985)

L'Italian Records è stata il prototipo dell'etichetta indipendente "Made in Italy", che ha cercato di ridefinire le regole dell'Industria discografica di allora per l'unicità dei suoni e delle immagini, con l'idea molto precisa di spostarne in avanti il baricentro. Questo libro ne racconta la storia attraverso le copertine dei suoi dischi, la documentazione iconografica e le immagini, spesso inedite degli artisti che ne hanno condiviso lo spirito. Acquistalo su amazon

New wave a Firenze. Anni in movimento

La capitale del Rinascimento Rock celebra la sua rivoluzionaria e longeva new wave perché ancora vivissima e in pieno movimento. Molte cose sono cambiate dagli anni Ottanta, ma non la voglia di fare musica e sperimentare, ritrovarsi e organizzare, condividere e amare che ha trasformato Firenze e contaminato le generazioni, e non ha più smesso. Contributi/interviste: Giacomo Aloigi, Alessandro Querci, Mario Venuti, Ernesto De Pascale, Federico Fiumani, Piero Pelù, Checco Calamai, Ghigo Renzulli, Antonio Aiazzi, Gianni Maroccolo, Roberto Terzani, Arlo Bigazzi, Nicoletta Magalotti, Adriano Primadei, Emilio e Enrico Sacco, Cosimo "Keita" Cadore, Fabrizio Federighi, Francesco Magnelli, Marco Lamioni, Massimo Altomare, Daniele Trambusti, Larry "Hit" Bolognesi, Massimo Bertolaccini, Maurizio Dami, Marcello Michelotti, Daniele Biagini e Mirco Magnani, Andrea Chimenti, Paolo Favati, Raf, Renzo Franchi, Nicola Vannini, Roberto Toccafondi, Mixo, Stefano Tonchi. 🛒👉Leggi di più su amazon



No music on weekends. Storia di parte della new wave

Con New Wave si definisce un movimento musicale e artistico incredibilmente eterogeneo, sviluppatosi tra la seconda metà degli anni Settanta e i primi Ottanta. Sfruttando l’energia, gli stimoli e il dinamismo ancora in circolazione del punk, numerose band hanno scelto di reinventare estetiche e suoni attingendo alle più variegate esperienze culturali. Ma cos’è stata, guardandola adesso, la New Wave? E cosa ci ha lasciato in eredità? Passando da Inghilterra, Stati Uniti ed Europa Gabriele Merlini, appassionato esperto musicale, racconta un percorso composto di aneddoti, suggestioni, reportage: in modo lieve e pungente costruisce la storia di autori e gruppi che hanno condiviso un tempo ancora capace di sorprendere per stimoli, capacità creativa e inaspettate similitudini con il presente. 🛒👉Leggi di più su amazon.


Post-punk: libri sulla musica e la sottocultura DARK, NEW WAVE e GOTHIC ROCK

Oltre il muro di Berlino. Con i Depeche Mode nella Germania Est alla ricerca della scena post-punk e new wave. 

Con CD-Audio

Nel 1980, Stefan Lasch, jazzista della DDR e vicedirettore della sezione musica presso la radio giovanile DT64, riassunse in questo modo la nuova onda musicale che stava attraversando la Germania Est: "Il punk non ha alcun impatto sull'evoluzione della nostra musica. [...] In primo luogo, gli elementi di cui si compone non sono altro che i rudimenti del rock, pertanto risultano inutili ai fini di un eventuale sviluppo di suddetto genere. inoltre, il punk trova la sua ragione di esistere esclusivamente in un contesto societario di un certo tipo. Terzo, il punk si contrappone alle nostre norme etiche e morali di stampo socialista." Il punk sarebbe quindi sempre rimasto estraneo alla DDR? Presto questa convinzione si rivelò errata. Nell'anno del trentesimo anniversario della caduta del Muro di Berlino questo libro è uno sguardo sulle dinamiche interne di una sottocultura giovanile e sulla quotidianità dei giovani nella DDR prima della caduta del muro. Gli anni '80 visti da Berlino Est attraverso l'ascesa di una band come i Depeche Mode, all'interno della diffusione della musica new wave e post-punk che stava coinvolgendo tutto l'occidente con il suo portato di nuovi suoni, modi di produrli, diffonderli e la conseguente costruzione d'identità giovanili, attraverso la musica e l'abbigliamento, mai viste prima. Con uno scritto di Giancarlo Riccio.

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Creature simili. Il dark a Milano negli anni Ottanta

Erano dark, ma quelli più impegnati politicamente preferivano definirsi Creature simili. Simili ai punk, anche loro in lotta con un presente nero come i vestiti che indossavano, con la stessa ansia di sperimentare stili di vita alternativi. Simili, non uguali: perché ai ragazzi e ragazze oscuri il punk andava stretto, e il distacco li portava a cercare nella musica e nell'abbigliamento - ma anche nella letteratura, nell'arte, nel cinema - nuove identità e modi di stare insieme. "Creature simili" racconta e analizza, per la prima volta in Italia, la più folkloristicamente nota - e meno seriamente compresa - tra le subculture urbane degli anni ottanta. Dialoga con i protagonisti di quella stagione, interpellando testimoni privilegiati come musicisti (l'ex Bluvertigo Andy, i 2+2=5, Garbo), Dj (Pino Carata dell'Hysterika, Roy del Rainbow) e animatori culturali (Angela Valcavi, fondatrice della prima fanzine dark "Amen", ed Emanuela Zini di "Batty's Tears"). Dal Leoncavallo alle discoteche come l'Hysterika e il Viridis, dalle periferie ai ritrovi come la Fiera di Sinigaglia, dagli scontri con paninari e skin alle trasferte verso i Funeral Party, le loro parole regalano panoramiche sulla Milano schizofrenica degli anni ottanta. E rivelano quanto il dark di allora abbia influito sul contemporaneo. 🛒👉 Acquistalo su amazon






Gli altri ottanta. Racconti dalla galassia post-punk italiana

Dopo l'esplosione del punk anche in Italia si è verificato un rinascimento musicale. In un momento di riflusso e stagnazione culturale, alcune band hanno saputo interpretare al meglio e in totale controtendenza il bisogno di cambiamento. La new wave italiana è il risultato di una contaminazione di molteplici generi tra cui rock, elettronica, pop, reggae e disco music. Le possibilità sembravano infinite e c'era la volontà di costruire qualcosa di realmente diverso. Questi esperimenti hanno generato una scena seguita da migliaia di giovani in fuga dall'individualismo dilagante, gettando le basi per nuove mutazioni che ci hanno accompagnato fino a oggi. "Gli altri ottanta" è un libro che raccoglie le testimonianze di alcuni tra i più importanti musicisti dell'epoca: un racconto corale a partire dai tardi anni settanta per arrivare alla fine del decennio successivo, un periodo di grandi contraddizioni, dalla crisi dei movimenti politici al nuovo boom economico. Gli ottanta non sono soltanto quelli del culto dell'ottimismo e del superfluo, non solo dance e synth-pop commerciale, ma anche un laboratorio di forme di comunicazione innovative. Qui potrete ascoltare le voci di quattordici musicisti che hanno iniziato a muovere i primi passi proprio allora, un viaggio alle origini della scena musicale indipendente italiana, alla ricerca di quelle magie creative che l'hanno resa indimenticabile. 🛒👉 Acquistalo su amazon








Bologna, 11 marzo 1977: lo studente Francesco Lorusso viene ucciso in strada dalla polizia nel corso di una manifestazione. 12 marzo 1977: la polizia fa irruzione negli studi dell'emittente libera Radio Alice mentre è in corso una diretta. Nei giorni seguenti, in una Bologna scossa da tanta rabbia e violenza, l'amministrazione comunale prova a ricucire il rapporto con i giovani favorendo lo scambio culturale. È in questo frangente che nel nostro Paese comincia il riflusso ideologico, che conoscerà il suo apice negli anni Ottanta, e prendono piede nuove tendenze artistiche non impegnate politicamente. Sono anni di contaminazione tra diverse arti - teatro, musica, moda - e di nuovi costumi, mentre la new wave diventa un fatto nazionale con il fiorire di band in diverse città d'Italia. Nel volume la ricostruzione completa, da nord a sud, da Pordenone a Catania, delle principali realtà musicali del periodo. Arricchiscono e approfondiscono il racconto le interviste a Gianni Maroccolo, Francesco Magnelli, Daniele Trambusti (Litfiba), Gianni Cicchi (Diaframma), Andrea Chimenti (Moda), Giancarlo Onorato (Underground Life), Angelo Bergamini ed Elena Alice Fossi (Kirlian Camera), Dado Panzera (Intelligence Department). Prefazione di Federico "Ghigo" Renzulli.🛒👉 Acquistalo su amazon









Negli anni Ottanta in Italia prolificano una miriade di gruppi musicali. In un momento di transizione tra l'era analogica e quella digitale dove il computer e il sintetizzatore sono i nuovi protagonisti della musica, nascono case discografiche, fanzines e giornali con diversi concetti di estetica e di contenuto e l'ambiente musicale è in fermento. Il libro "Grafika 80!" si focalizza su questo decennio di produzioni grafiche in stretto legame con la musica e l'estetica è l'indiscussa protagonista. Più di ottocento immagini in duecentosettanta pagine accompagnate da testi scritti da Matteo Torcinovich, Vittore Baroni, Mirco Salvadori, Giorgia Fileni. Indiscriminatamente sono stati messi assieme materiali di varia natura e provenienza: i dischi del mainstream, le autoproduzioni, le grandi etichette e le piccole case discografiche indipendenti, le edizioni limitate, i nastri registrati e rimasti pezzi unici, quei giornali e riviste - mitici pionieri di un'avanguardia nascente e le "fanze" costruite in casa e distribuite tra amici. Ritroverete tra i tanti: Area Condizionata, Bi Nostalgia, Central Unit, Compact Cassette Echø, Cristiano Rea, Diossido di Cromo, Giovani Mondani Meccanici, Ivan Cattaneo, Johnny Grieco, Komakino, Lt. Murnau, Massimo Giacon, Megamagomusic, Mickey and the Mouses, Officine Schwartz, Piermario Ciani, Plexiglass, Produzioni Tecnofobiche, Produzioni VM, Prof. Bad Trip, Rock' 80, Rosa Luxemburg Corp., Sexual Lobotomy, Slava Trudu!!, The Great Complotto, Toast, Trax, Tribal Cabaret, Xerox Fanzine, Zero Zero... 🛒👉 Acquistalo su amazon






Da Reggio Emilia in autostop fino a Berlino Ovest. È il 1981 e Massimo Zamboni ha ventiquattro anni: più che scappare dalla provincia, ha addosso una fame inappagata di vita. Come ogni ragazzo, di ogni epoca. Berlino, in quella lunga estate, sembra essere la città dei giovani, e della musica, della voglia di futuro, delle case occupate, un mix irripetibile di intensità e fragilità. E poi c'è il Muro. Entra in scena sommessamente, quasi soffocato dalla vitalità dell'esperienza cittadina, per poi impadronirsi dello spazio e del senso rivelandosi autentico coprotagonista del racconto. «Per i tedeschi "Muro" è sostantivo femminile. È una signora, die Mauer. Una signora muraglia austera e disadorna, dal seno piatto, vestita di grigio». Massimo di giorno serve ai tavoli di un tipico ristorante italiano, «avamposto della meridionalità più spermatica e terrosa», la notte si trascina solitario tra le macerie della città verso i locali più underground. Ma non si può sempre camminare nelle scarpe degli altri, frequentando le loro avventure. Forse non resta che ripartire. Ma proprio sulla pista di uno di quei locali berlinesi, avviene un inspiegabile e imprevedibile riconoscimento. Due ragazzi di Reggio Emilia, amici in comune e stesse militanze alle spalle, si incontrano per la prima volta. E da quell'incontro deflagrante nascerà poi uno dei gruppi ancora oggi più amati del panorama musicale italiano, CCCP.🛒👉 Acquistalo su amazon








Lol Tolhurst e Robert Smith sono sempre stati degli outsider sin da ragazzini, quando erano tra i primissimi punk della piccola cittadina di provincia di Crawley. Legati da un forte amore per la musica, hanno formato una band e iniziato a esibirsi nel circuito dei pub locali, sviluppando allo stesso tempo uno stile e delle sonorità uniche e personali. Nascono così i The Cure, leggende del post-punk e tra le band più importanti del rock britannico di tutti i tempi. I loro brani, spesso accessibili e accattivanti, sono anche fortemente sovversivi per come hanno sfidato ogni pregiudizio legato al pop e al rock a partire dagli stereotipi di genere, ispirando più di una generazione di fan e l'estetica di un'intera sottocultura. "Cured. Storia di due imaginary boys" non è solo l'unico resoconto visto dall'interno dei primi anni del gruppo, ma anche uno sguardo rivelatore sull'evoluzione artistica dell'enigmatico Robert Smith, l'iconico cantante-chitarrista-compositore che è la vera anima dei The Cure: un personaggio fortemente ribelle, sensibile, tenace e spesso sorprendentemente "normale", un impavido anticonformista capace di creare un proprio linguaggio musicale tramite cui esprimere il suo talento. Ogni storia ha però un lato oscuro: nel vortice del notevole successo dei The Cure, il batterista e tastierista Lol Tolhurst stava infatti alimentando un alcolismo che avrebbe finito per fargli perdere prima il posto nella band, e poi quasi la vita...









Il post punk non è un «genere» come tanti, non è la diligente coda del punk, a cavallo tra due decenni, quando la rivoluzione è finita e i giochi sono fatti; è, al contrario, la musica e il tempo in cui tutto diventa possibile. I confini cadono, i divieti sono ignorati, le regole vengono sovvertite in una sperimentazione continua, selvaggia e colta insieme. Il post punk non è retromaniaco - per usare la categoria critica che lo stesso Simon Reynolds ha creato e che si è imposta come definizione della nostra epoca - ma è il «suono» del presente e delle sue possibilità infinite. Per questo motivo, a distanza di quarant'anni, ancora appassiona e influenza. La musica degli inglesi Joy Division, PiL, Gang of Four e Slits, degli americani Pere Ubu, Devo, Talking Heads e di altri gruppi noti e meno noti continua a essere fonte d'ispirazione per migliaia di artisti in tutto il mondo. Con Post punk Simon Reynolds scrive il suo libro più personale e coinvolgente, mostrando l'erudizione enciclopedica, la raffinatezza d'analisi e l'abilità divulgativa che ne fanno il critico musicale più importante della nostra epoca. I suoni e le emozioni, le speranze e l'euforia escono fuori da ogni pagina e ci invitano all'ascolto amorevole di una musica e di un tempo che non può essere ripetuto ma solo reinventato.






«Voglio solo continuare a essere così come siamo. Vogliamo suonare quel che ci piace suonare. E quando smetterà di piacerci Be', sarà il momento di chiudere la baracca. Sarà la fine.» Così diceva Ian Curtis il 28 febbraio del 1980, nel corso di un'intervista radiofonica. Neanche tre mesi dopo, la fine sarebbe arrivata davvero, per colpa di un suicidio annunciato. La morte di Curtis chiuse la storia dei Joy Division per consegnarli alla leggenda. Una leggenda che ritroviamo intatta in questo libro che Jon Savage ha realizzato raccogliendo e intrecciando trent'anni di confessioni dei protagonisti della scena post-punk: dai membri della band ai gruppi con cui hanno condiviso il palco (Buzzcocks, Cabaret Voltaire, A Certain Ratio), dal produttore Tony Wilson al grafico Peter Saville, dai fotografi che li hanno immortalati ai tecnici che ne hanno plasmato il suono. La foto di gruppo di una generazione che ha riscritto le regole della musica.






I Joy Division hanno letteralmente cambiato il volto della musica. Pionieri della rivoluzione post-punk, con il loro sound oscuro, ipnotico ed intenso hanno reinventato le regole del rock influenzando migliaia di band e artisti, da pesi massimi del calibro di U2, Morrissey, R.E.M. e Radiohead a intere generazioni di gruppi indie. Peter Hook, il loro leggendario bassista, racconta qui la propria storia e quella della band: le amicizie, i litigi, le divisioni; le prove e le registrazioni; i concerti andati bene e quelli finiti male; i personaggi sopra le righe, i dischi e ovviamente gli altri componenti del gruppo, come Ian Curtis, morto suicida nel 1980 proprio all’alba dell’atteso tour americano che avrebbe definitivamente consacrato i Joy Division. Uno sguardo onesto, diretto e di prima mano su una delle band più importanti di sempre. “Se vi piacciono i Joy Division dovete assolutamente leggerlo”. Q Magazine “Hook svela il vero Ian Curtis”. NME “Un racconto onesto ed entusiasta... uno sguardo unico nella vita reale di una delle band più riservate”. Metro “Un racconto dettagliato dell’ascesa dei Joy Division. Dopo aver letto il libro di Hook, vi sembrerà di essere stati il quinto membro del gruppo”. GQ🛒👉 Acquistalo su amazon
  





Ci sono dischi che hanno cambiato la storia, e se parliamo di quella lunga onda che dal post-punk degli anni Ottanta arriva fino all'indie dei giorni nostri, "Siberia" - l'iconico e mitizzato primo LP dei Diaframma - fa senza dubbio parte della categoria. Amato, ascoltato fino a consumarlo, citato e oggetto di infiniti tentativi di imitazione, "Siberia" non solo contiene la canzone-simbolo del gruppo fondato e guidato da Federico Fiumani ma, come tutti i classici, è un album che rinnova il suo messaggio a ogni ascolto e, indifferente ai mutamenti stilistici e dei gusti, si consegna sempre nuovo a ogni generazione di appassionati. Federico Guglielmi, uno di quelli che hanno avuto la fortuna di viverlo in diretta, ha dedicato a "Siberia" il tributo di una storia illustrata, raccontando nei dettagli la genesi e le fortune mai venute meno di un lavoro che continua a imporsi come un punto fermo nella storia della musica italiana "alta". 🛒👉 Acquistalo su amazon





Una pluridecennale carriera alle spalle e il grande merito di aver fondato la new wave italiana agli inizi degli anni Ottanta. Questa è la biografia artistica di Federico Fiumani, il leader dei Diaframma, che qui dà voce alla sua anima inquieta raccontando avventure inconfessabili, sbugiardando i potenti sacerdoti del marketing discografico e ripercorrendo una vita vissuta inseguendo il sogno e la necessità di esprimere se stesso oltre le convenzioni dell’industria culturale. Uno spaccato di verità dedicato al “dietro le quinte” del mondo della musica raccontato con lo stile inconfondibile di Federico Fiumani.






A quarant’anni dalla nascita del punk e a dieci anni dalla sua prima edizione – ormai introvabile – torna il libro-culto del leader dei Diaframma: "Dov’eri tu nel ’77?" – pagine di energia, rabbia e amore declinate con spietata irriverenza da Federico Fiumani, dai primissimi anni ottanta protagonista, insieme ai suoi Diaframma, della new wave italiana.







Quello che hanno rappresentato band storiche come Sisters Of Mercy, The Cure, Bauhaus, Siouxsie & The Banshees e non solo. 





Che facessero punk o musica melodica emiliana, che innalzassero i loro rossi vessilli filosovietici per ironia, gioco d'arte o sincero credo politico, i CCCP Fedeli alla linea sono stati il più popolare e chiacchierato gruppo musicale alternativo italiano. Con la chiave giusta, fatta di talento, impegno, intelligenza, riuscirono a coinvolgere tutti: dai punk anarchici più radicali agli scrittori come Pier Vittorio Tondelli; dai giornalisti blasonati che cadevano nei tranelli delle loro provocazioni, alle curiose casalinghe della Pianura padana, per finire ai dirigenti e militanti comunisti di ogni età e generazione (vetero, neo o post). Questo libro, con le fotografie e le parole del bassista della formazione originale, ne racconta una storia inedita. Che è anche la storia di una fetta d'Italia degli anni Ottanta.







Gli anni '70 sono agli sgoccioli e l'economia mondiale è sull'orlo di una crisi. Ovunque si respira un'aria di instabilità e incertezza. New York, capitale dell'impero americano, è ridotta a un campo di battaglia, è una città travagliata in preda alla malavita e agli scontri. Ma è proprio in questo contesto apocalittico che alcuni giovani riescono a convogliare tutto il nichilismo e l'alienazione di un'epoca senza speranze in qualcosa di positivo. Prende così forma la rivoluzione No Wave: un movimento/non movimento musicale, un modo di fare arte, uno stile di vita. Si diffondono nuovi suoni, una nuova estetica ma soprattutto un diverso e innovativo approccio creativo destinato a lasciare il segno su generazioni successive di musicisti. Così come in America, anche in Italia l'alienazione e la disillusione collettiva si dimostrano ottimi incentivi per rifiutare gli stilemi pre-esistenti e iniziare a sperimentare soluzioni originali. Band ed esperienze artistiche spesso purtroppo dimenticate. No wave is the right way.








La storia, che parte da lontano e arriva fino ai giorni nostri, del grosso rivolgimento musicale che si ebbe alla fine degli anni '70 con l'avvento del Punk, movimento inizialmente chiamato appunto Post-Punk e che ebbe il suo massimo sviluppo tra il 1980 e il 1984, e che spazzò via tutti gli avanzi ormai decomposti della controcultura musicale e del costume anni '60 e '70.
Partendo dalle origini storiche della "musica di rottura" negli anni '60 e dai suoi primi vagiti, l'autore esamina poi le mode musicali che la fecero da padrone tra la metà dei Settanta, che erano già prepotentemente lanciati verso la modernità degli '80, e la fine del decennio Ottanta, quando la New Wave si disintegrò del tutto e confluì nel grande fiume del Pop-Rock generico perdendo del tutto i suoi connotati iniziali e perdendo anche per strada i suoi artisti maggiori che spuntarono solo dopo vent'anni per rimpatriate più o meno patetiche.
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Max Ventura (Milano, 1966), saggista, ristoratore, istruttore di arti marziali e produttore musicale, ha vissuto molti anni in America e oggi vive a Bergamo con moglie, figlia e cani.