Libri sulla musica dark e la sottocultura goth, dark e new wave.

Una volta qualcuno fece un affermazione emblematica per riassumere la sottocultura "goth" (che in Italia impropriamente chiamano "Dark"), e cioé: "se il punk urlava fuori, i dark urlavano dentro". Con il loro abbgliamento (NERO, ma non solo) i loro capelli cotonati e trucco pesante (senza distinzione di sesso) non sono certo passati inosservati nelle città di una qualsiasi metropoli del mondo durante gli ultimi decenni. Qui di seguito ci sono alcuni libri che raccontano ciò che è stato l'evoluzione del punk a fine anni 70 per dare vita a nuovi stili musicali, culturali ed estetici. Dai suoni oscuri dei Joy Division e Bauhaus alla New Wave italiana degli anni 80. Buona lettura.

Post-punk: libri sulla musica e la sottocultura DARK, NEW WAVE e GOTHIC ROCK

Oltre il muro di Berlino. Con i Depeche Mode nella Germania Est alla ricerca della scena post-punk e new wave. 

Con CD-Audio

Nel 1980, Stefan Lasch, jazzista della DDR e vicedirettore della sezione musica presso la radio giovanile DT64, riassunse in questo modo la nuova onda musicale che stava attraversando la Germania Est: "Il punk non ha alcun impatto sull'evoluzione della nostra musica. [...] In primo luogo, gli elementi di cui si compone non sono altro che i rudimenti del rock, pertanto risultano inutili ai fini di un eventuale sviluppo di suddetto genere. inoltre, il punk trova la sua ragione di esistere esclusivamente in un contesto societario di un certo tipo. Terzo, il punk si contrappone alle nostre norme etiche e morali di stampo socialista." Il punk sarebbe quindi sempre rimasto estraneo alla DDR? Presto questa convinzione si rivelò errata. Nell'anno del trentesimo anniversario della caduta del Muro di Berlino questo libro è uno sguardo sulle dinamiche interne di una sottocultura giovanile e sulla quotidianità dei giovani nella DDR prima della caduta del muro. Gli anni '80 visti da Berlino Est attraverso l'ascesa di una band come i Depeche Mode, all'interno della diffusione della musica new wave e post-punk che stava coinvolgendo tutto l'occidente con il suo portato di nuovi suoni, modi di produrli, diffonderli e la conseguente costruzione d'identità giovanili, attraverso la musica e l'abbigliamento, mai viste prima. Con uno scritto di Giancarlo Riccio.

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Creature simili. Il dark a Milano negli anni Ottanta

Erano dark, ma quelli più impegnati politicamente preferivano definirsi Creature simili. Simili ai punk, anche loro in lotta con un presente nero come i vestiti che indossavano, con la stessa ansia di sperimentare stili di vita alternativi. Simili, non uguali: perché ai ragazzi e ragazze oscuri il punk andava stretto, e il distacco li portava a cercare nella musica e nell'abbigliamento - ma anche nella letteratura, nell'arte, nel cinema - nuove identità e modi di stare insieme. "Creature simili" racconta e analizza, per la prima volta in Italia, la più folkloristicamente nota - e meno seriamente compresa - tra le subculture urbane degli anni ottanta. Dialoga con i protagonisti di quella stagione, interpellando testimoni privilegiati come musicisti (l'ex Bluvertigo Andy, i 2+2=5, Garbo), Dj (Pino Carata dell'Hysterika, Roy del Rainbow) e animatori culturali (Angela Valcavi, fondatrice della prima fanzine dark "Amen", ed Emanuela Zini di "Batty's Tears"). Dal Leoncavallo alle discoteche come l'Hysterika e il Viridis, dalle periferie ai ritrovi come la Fiera di Sinigaglia, dagli scontri con paninari e skin alle trasferte verso i Funeral Party, le loro parole regalano panoramiche sulla Milano schizofrenica degli anni ottanta. E rivelano quanto il dark di allora abbia influito sul contemporaneo.

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Gli altri ottanta. Racconti dalla galassia post-punk italiana

Dopo l'esplosione del punk anche in Italia si è verificato un rinascimento musicale. In un momento di riflusso e stagnazione culturale, alcune band hanno saputo interpretare al meglio e in totale controtendenza il bisogno di cambiamento. La new wave italiana è il risultato di una contaminazione di molteplici generi tra cui rock, elettronica, pop, reggae e disco music. Le possibilità sembravano infinite e c'era la volontà di costruire qualcosa di realmente diverso. Questi esperimenti hanno generato una scena seguita da migliaia di giovani in fuga dall'individualismo dilagante, gettando le basi per nuove mutazioni che ci hanno accompagnato fino a oggi. "Gli altri ottanta" è un libro che raccoglie le testimonianze di alcuni tra i più importanti musicisti dell'epoca: un racconto corale a partire dai tardi anni settanta per arrivare alla fine del decennio successivo, un periodo di grandi contraddizioni, dalla crisi dei movimenti politici al nuovo boom economico. Gli ottanta non sono soltanto quelli del culto dell'ottimismo e del superfluo, non solo dance e synth-pop commerciale, ma anche un laboratorio di forme di comunicazione innovative. Qui potrete ascoltare le voci di quattordici musicisti che hanno iniziato a muovere i primi passi proprio allora, un viaggio alle origini della scena musicale indipendente italiana, alla ricerca di quelle magie creative che l'hanno resa indimenticabile.








Bologna, 11 marzo 1977: lo studente Francesco Lorusso viene ucciso in strada dalla polizia nel corso di una manifestazione. 12 marzo 1977: la polizia fa irruzione negli studi dell'emittente libera Radio Alice mentre è in corso una diretta. Nei giorni seguenti, in una Bologna scossa da tanta rabbia e violenza, l'amministrazione comunale prova a ricucire il rapporto con i giovani favorendo lo scambio culturale. È in questo frangente che nel nostro Paese comincia il riflusso ideologico, che conoscerà il suo apice negli anni Ottanta, e prendono piede nuove tendenze artistiche non impegnate politicamente. Sono anni di contaminazione tra diverse arti - teatro, musica, moda - e di nuovi costumi, mentre la new wave diventa un fatto nazionale con il fiorire di band in diverse città d'Italia. Nel volume la ricostruzione completa, da nord a sud, da Pordenone a Catania, delle principali realtà musicali del periodo. Arricchiscono e approfondiscono il racconto le interviste a Gianni Maroccolo, Francesco Magnelli, Daniele Trambusti (Litfiba), Gianni Cicchi (Diaframma), Andrea Chimenti (Moda), Giancarlo Onorato (Underground Life), Angelo Bergamini ed Elena Alice Fossi (Kirlian Camera), Dado Panzera (Intelligence Department). Prefazione di Federico "Ghigo" Renzulli.








Grafika 80! Italian New wave, Punk, Dark, Industrial. Ediz. a colori

Negli anni Ottanta in Italia prolificano una miriade di gruppi musicali. In un momento di transizione tra l'era analogica e quella digitale dove il computer e il sintetizzatore sono i nuovi protagonisti della musica, nascono case discografiche, fanzines e giornali con diversi concetti di estetica e di contenuto e l'ambiente musicale è in fermento. Il libro "Grafika 80!" si focalizza su questo decennio di produzioni grafiche in stretto legame con la musica e l'estetica è l'indiscussa protagonista. Più di ottocento immagini in duecentosettanta pagine accompagnate da testi scritti da Matteo Torcinovich, Vittore Baroni, Mirco Salvadori, Giorgia Fileni. Indiscriminatamente sono stati messi assieme materiali di varia natura e provenienza: i dischi del mainstream, le autoproduzioni, le grandi etichette e le piccole case discografiche indipendenti, le edizioni limitate, i nastri registrati e rimasti pezzi unici, quei giornali e riviste - mitici pionieri di un'avanguardia nascente e le "fanze" costruite in casa e distribuite tra amici. Ritroverete tra i tanti: Area Condizionata, Bi Nostalgia, Central Unit, Compact Cassette Echø, Cristiano Rea, Diossido di Cromo, Giovani Mondani Meccanici, Ivan Cattaneo, Johnny Grieco, Komakino, Lt. Murnau, Massimo Giacon, Megamagomusic, Mickey and the Mouses, Officine Schwartz, Piermario Ciani, Plexiglass, Produzioni Tecnofobiche, Produzioni VM, Prof. Bad Trip, Rock' 80, Rosa Luxemburg Corp., Sexual Lobotomy, Slava Trudu!!, The Great Complotto, Toast, Trax, Tribal Cabaret, Xerox Fanzine, Zero Zero...





Nessuna voce dentro. Un'estate a Berlino Ovest

Da Reggio Emilia in autostop fino a Berlino Ovest. È il 1981 e Massimo Zamboni ha ventiquattro anni: più che scappare dalla provincia, ha addosso una fame inappagata di vita. Come ogni ragazzo, di ogni epoca. Berlino, in quella lunga estate, sembra essere la città dei giovani, e della musica, della voglia di futuro, delle case occupate, un mix irripetibile di intensità e fragilità. E poi c'è il Muro. Entra in scena sommessamente, quasi soffocato dalla vitalità dell'esperienza cittadina, per poi impadronirsi dello spazio e del senso rivelandosi autentico coprotagonista del racconto. «Per i tedeschi "Muro" è sostantivo femminile. È una signora, die Mauer. Una signora muraglia austera e disadorna, dal seno piatto, vestita di grigio». Massimo di giorno serve ai tavoli di un tipico ristorante italiano, «avamposto della meridionalità più spermatica e terrosa», la notte si trascina solitario tra le macerie della città verso i locali più underground. Ma non si può sempre camminare nelle scarpe degli altri, frequentando le loro avventure. Forse non resta che ripartire. Ma proprio sulla pista di uno di quei locali berlinesi, avviene un inspiegabile e imprevedibile riconoscimento. Due ragazzi di Reggio Emilia, amici in comune e stesse militanze alle spalle, si incontrano per la prima volta. E da quell'incontro deflagrante nascerà poi uno dei gruppi ancora oggi più amati del panorama musicale italiano, CCCP.







Cured. Storia di due imaginary boys

Lol Tolhurst e Robert Smith sono sempre stati degli outsider sin da ragazzini, quando erano tra i primissimi punk della piccola cittadina di provincia di Crawley. Legati da un forte amore per la musica, hanno formato una band e iniziato a esibirsi nel circuito dei pub locali, sviluppando allo stesso tempo uno stile e delle sonorità uniche e personali. Nascono così i The Cure, leggende del post-punk e tra le band più importanti del rock britannico di tutti i tempi. I loro brani, spesso accessibili e accattivanti, sono anche fortemente sovversivi per come hanno sfidato ogni pregiudizio legato al pop e al rock a partire dagli stereotipi di genere, ispirando più di una generazione di fan e l'estetica di un'intera sottocultura. "Cured. Storia di due imaginary boys" non è solo l'unico resoconto visto dall'interno dei primi anni del gruppo, ma anche uno sguardo rivelatore sull'evoluzione artistica dell'enigmatico Robert Smith, l'iconico cantante-chitarrista-compositore che è la vera anima dei The Cure: un personaggio fortemente ribelle, sensibile, tenace e spesso sorprendentemente "normale", un impavido anticonformista capace di creare un proprio linguaggio musicale tramite cui esprimere il suo talento. Ogni storia ha però un lato oscuro: nel vortice del notevole successo dei The Cure, il batterista e tastierista Lol Tolhurst stava infatti alimentando un alcolismo che avrebbe finito per fargli perdere prima il posto nella band, e poi quasi la vita...








Post punk 1978-1984

Il post punk non è un «genere» come tanti, non è la diligente coda del punk, a cavallo tra due decenni, quando la rivoluzione è finita e i giochi sono fatti; è, al contrario, la musica e il tempo in cui tutto diventa possibile. I confini cadono, i divieti sono ignorati, le regole vengono sovvertite in una sperimentazione continua, selvaggia e colta insieme. Il post punk non è retromaniaco - per usare la categoria critica che lo stesso Simon Reynolds ha creato e che si è imposta come definizione della nostra epoca - ma è il «suono» del presente e delle sue possibilità infinite. Per questo motivo, a distanza di quarant'anni, ancora appassiona e influenza. La musica degli inglesi Joy Division, PiL, Gang of Four e Slits, degli americani Pere Ubu, Devo, Talking Heads e di altri gruppi noti e meno noti continua a essere fonte d'ispirazione per migliaia di artisti in tutto il mondo. Con Post punk Simon Reynolds scrive il suo libro più personale e coinvolgente, mostrando l'erudizione enciclopedica, la raffinatezza d'analisi e l'abilità divulgativa che ne fanno il critico musicale più importante della nostra epoca. I suoni e le emozioni, le speranze e l'euforia escono fuori da ogni pagina e ci invitano all'ascolto amorevole di una musica e di un tempo che non può essere ripetuto ma solo reinventato.





Joy Division. Autobiografia di una band

«Voglio solo continuare a essere così come siamo. Vogliamo suonare quel che ci piace suonare. E quando smetterà di piacerci Be', sarà il momento di chiudere la baracca. Sarà la fine.» Così diceva Ian Curtis il 28 febbraio del 1980, nel corso di un'intervista radiofonica. Neanche tre mesi dopo, la fine sarebbe arrivata davvero, per colpa di un suicidio annunciato. La morte di Curtis chiuse la storia dei Joy Division per consegnarli alla leggenda. Una leggenda che ritroviamo intatta in questo libro che Jon Savage ha realizzato raccogliendo e intrecciando trent'anni di confessioni dei protagonisti della scena post-punk: dai membri della band ai gruppi con cui hanno condiviso il palco (Buzzcocks, Cabaret Voltaire, A Certain Ratio), dal produttore Tony Wilson al grafico Peter Saville, dai fotografi che li hanno immortalati ai tecnici che ne hanno plasmato il suono. La foto di gruppo di una generazione che ha riscritto le regole della musica.





Joy Division. Tutta la storia

I Joy Division hanno letteralmente cambiato il volto della musica. Pionieri della rivoluzione post-punk, con il loro sound oscuro, ipnotico ed intenso hanno reinventato le regole del rock influenzando migliaia di band e artisti, da pesi massimi del calibro di U2, Morrissey, R.E.M. e Radiohead a intere generazioni di gruppi indie. Peter Hook, il loro leggendario bassista, racconta qui la propria storia e quella della band: le amicizie, i litigi, le divisioni; le prove e le registrazioni; i concerti andati bene e quelli finiti male; i personaggi sopra le righe, i dischi e ovviamente gli altri componenti del gruppo, come Ian Curtis, morto suicida nel 1980 proprio all’alba dell’atteso tour americano che avrebbe definitivamente consacrato i Joy Division. Uno sguardo onesto, diretto e di prima mano su una delle band più importanti di sempre. “Se vi piacciono i Joy Division dovete assolutamente leggerlo”. Q Magazine “Hook svela il vero Ian Curtis”. NME “Un racconto onesto ed entusiasta... uno sguardo unico nella vita reale di una delle band più riservate”. Metro “Un racconto dettagliato dell’ascesa dei Joy Division. Dopo aver letto il libro di Hook, vi sembrerà di essere stati il quinto membro del gruppo”. GQ





Siberia. Storia illustrata del capolavoro dei Diaframma

Ci sono dischi che hanno cambiato la storia, e se parliamo di quella lunga onda che dal post-punk degli anni Ottanta arriva fino all'indie dei giorni nostri, "Siberia" - l'iconico e mitizzato primo LP dei Diaframma - fa senza dubbio parte della categoria. Amato, ascoltato fino a consumarlo, citato e oggetto di infiniti tentativi di imitazione, "Siberia" non solo contiene la canzone-simbolo del gruppo fondato e guidato da Federico Fiumani ma, come tutti i classici, è un album che rinnova il suo messaggio a ogni ascolto e, indifferente ai mutamenti stilistici e dei gusti, si consegna sempre nuovo a ogni generazione di appassionati. Federico Guglielmi, uno di quelli che hanno avuto la fortuna di viverlo in diretta, ha dedicato a "Siberia" il tributo di una storia illustrata, raccontando nei dettagli la genesi e le fortune mai venute meno di un lavoro che continua a imporsi come un punto fermo nella storia della musica italiana "alta".




Brindando coi demoni 

Una pluridecennale carriera alle spalle e il grande merito di aver fondato la new wave italiana agli inizi degli anni Ottanta. Questa è la biografia artistica di Federico Fiumani, il leader dei Diaframma, che qui dà voce alla sua anima inquieta raccontando avventure inconfessabili, sbugiardando i potenti sacerdoti del marketing discografico e ripercorrendo una vita vissuta inseguendo il sogno e la necessità di esprimere se stesso oltre le convenzioni dell’industria culturale. Uno spaccato di verità dedicato al “dietro le quinte” del mondo della musica raccontato con lo stile inconfondibile di Federico Fiumani.





Dov'eri tu nel '77?

A quarant’anni dalla nascita del punk e a dieci anni dalla sua prima edizione – ormai introvabile – torna il libro-culto del leader dei Diaframma: "Dov’eri tu nel ’77?" – pagine di energia, rabbia e amore declinate con spietata irriverenza da Federico Fiumani, dai primissimi anni ottanta protagonista, insieme ai suoi Diaframma, della new wave italiana.






Gothic rock. Sister of Mercy, Buhaus, Cure e l'epopea oscura della musica

Quello che hanno rappresentato band storiche come Sisters Of Mercy, The Cure, Bauhaus, Siouxsie & The Banshees e non solo. 




Io e i CCCP. Da Carpi a Berlino. Una storia fotografica e orale. Ediz. illustrata

Che facessero punk o musica melodica emiliana, che innalzassero i loro rossi vessilli filosovietici per ironia, gioco d'arte o sincero credo politico, i CCCP Fedeli alla linea sono stati il più popolare e chiacchierato gruppo musicale alternativo italiano. Con la chiave giusta, fatta di talento, impegno, intelligenza, riuscirono a coinvolgere tutti: dai punk anarchici più radicali agli scrittori come Pier Vittorio Tondelli; dai giornalisti blasonati che cadevano nei tranelli delle loro provocazioni, alle curiose casalinghe della Pianura padana, per finire ai dirigenti e militanti comunisti di ogni età e generazione (vetero, neo o post). Questo libro, con le fotografie e le parole del bassista della formazione originale, ne racconta una storia inedita. Che è anche la storia di una fetta d'Italia degli anni Ottanta.






No wave. Contorsionismi e sperimentazioni dal CBGB al Tenax

Gli anni '70 sono agli sgoccioli e l'economia mondiale è sull'orlo di una crisi. Ovunque si respira un'aria di instabilità e incertezza. New York, capitale dell'impero americano, è ridotta a un campo di battaglia, è una città travagliata in preda alla malavita e agli scontri. Ma è proprio in questo contesto apocalittico che alcuni giovani riescono a convogliare tutto il nichilismo e l'alienazione di un'epoca senza speranze in qualcosa di positivo. Prende così forma la rivoluzione No Wave: un movimento/non movimento musicale, un modo di fare arte, uno stile di vita. Si diffondono nuovi suoni, una nuova estetica ma soprattutto un diverso e innovativo approccio creativo destinato a lasciare il segno su generazioni successive di musicisti. Così come in America, anche in Italia l'alienazione e la disillusione collettiva si dimostrano ottimi incentivi per rifiutare gli stilemi pre-esistenti e iniziare a sperimentare soluzioni originali. Band ed esperienze artistiche spesso purtroppo dimenticate. No wave is the right way.







New Wave: Il rinnovamento della musica tra '77 e '84 (solo in formato Kindle)

La storia, che parte da lontano e arriva fino ai giorni nostri, del grosso rivolgimento musicale che si ebbe alla fine degli anni '70 con l'avvento del Punk, movimento inizialmente chiamato appunto Post-Punk e che ebbe il suo massimo sviluppo tra il 1980 e il 1984, e che spazzò via tutti gli avanzi ormai decomposti della controcultura musicale e del costume anni '60 e '70.
Partendo dalle origini storiche della "musica di rottura" negli anni '60 e dai suoi primi vagiti, l'autore esamina poi le mode musicali che la fecero da padrone tra la metà dei Settanta, che erano già prepotentemente lanciati verso la modernità degli '80, e la fine del decennio Ottanta, quando la New Wave si disintegrò del tutto e confluì nel grande fiume del Pop-Rock generico perdendo del tutto i suoi connotati iniziali e perdendo anche per strada i suoi artisti maggiori che spuntarono solo dopo vent'anni per rimpatriate più o meno patetiche.
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Max Ventura (Milano, 1966), saggista, ristoratore, istruttore di arti marziali e produttore musicale, ha vissuto molti anni in America e oggi vive a Bergamo con moglie, figlia e cani.








Lista lisbri punk rock inglese e americano

Dai Sex Pistols ai Ramones, dai Cramps ai Blondie una serie di libri che raccontano le storie delle band e dei locali che li hanno ospitati durante i loro live.



Punk. Born to lose

Immediatezza, rabbia sincera, rude passione: il punk è stata l’ultima, disperata, rivoluzione musicale del Novecento, sparuta minoranza senza futuro che ha finito per inventare il presente. Musica elettrica e urlata, come un fiume di energia sotterranea che ha rotto da sopra e sotto i palchi ogni imposizione consolidata. E continua a vivere, nonostante le numerose dichiarazioni della sua prematura fine. Questo libro, scritto da Antonio Baciocchi, musicista e critico profondo conoscitore delle scene, è la storia del fenomeno punk attraverso il racconto dei suoi gruppi più rappresentativi, più iconici, più colpevolmente dimenticati, con frammenti inediti di storia provenienti direttamente dalla lunga esperienza dell’autore. Sex Pistols, Clash, Ramones, Iggy Pop, Crass, Green Day, Jam, Skiantos, Cramps, The X, Negazione, CCCP, Punkreas, Black Flag, Bad Brains, Dead Kennedys, Discharge, Siouxsie, Blondie, Fugazi, Sham 69, Alex Chilton, Saints, Suicide, Ultravox, Stranglers, Patti Smith, Devo, Contortions, Fuzztones, Huker Du, Napalm Death, Bikini Kill: un tour emozionante per dire, ancora una volta, che nel punk non importa la tecnica o la qualità dello strumento, ma l’anima di chi suona.

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The Clash. Tutti gli album. Tutte la canzoni. Ediz. illustrata

Gruppo fondato nel 1976 alla ribalta dell’insurrezione del punk rock londinese, I Clash sopravvivranno a tutti i loro compagni, producendo alcuni tra gli album più influenti della storia del rock ’n’ roll. L’autore, Martin Popoff, analizza ciascuna delle novantuno tracce registrate in studio dai Clash, esaminando le circostanze che hanno portato alla loro creazione, i metodi di registrazione, il contesto storico e altro ancora. Inoltre, i saggi introduttivi stabiliscono il quadro per i sei album in studio della band (tra cui il doppio LP London Calling e il triplo Sandinista!) e presentano box che descrivono in dettaglio studi, date di uscita, il personale e molto altro. Arricchito con rare fotografie di esibizioni e dietro le quinte, insieme a immagini di copertine di 45 giri e poster di concerti, questo volume è un degno tributo al quartetto la cui solida presa di posizione politica e la cui rivoluzionaria amalgama di punk, rockabilly, raggae e hip-hop gli ha fatto guadagnare il titolo di “The Only Band That Matters.”

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Please kill me. Il punk nelle parole dei suoi protagonisti 

Questo libro esplora la cultura del punk e il suo mondo fatto di sesso, droga, follia e malessere. Dal trattamento elettroshock subito da Lou Reed fino alla morte per overdose e abusi di Sid Vicious, Johnny Thunders e Nico, fino alle complicate scappatelle di gente come Dee Dee Ramone. Il libro analizza con freddezza la cultura nichilista e la voglia di autodistruzione di un'intera generazione ed è scritto come fosse un lungo intreccio di voci diverse (quelle dei protagonisti), intenti a raccontare la loro esperienza, senza omettere dolori ed eventuali drammatici buchi.

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New York rock. Dalla nascita dei Velvet Underground al declino del CBGB

Città dalle infinite possibilità New York City ha fatto da scenario allo sviluppo di decine di stili, generi musicali e movimenti artistici. Tra questi il Rock ha rappresentato la più alta interazione tra le diverse forme d'arte e la particolare composizione socioeconomica, etnica e di genere che contraddistingue la città americana. Questo libro, attraverso le parole e le immagini di più di millecinquecento musicisti, artisti, club ed etichette racconta la storia culturale di una delle città più importanti del mondo, vista dal basso attraverso la lente caleidoscopica del Rock nelle sue varie declinazioni. Una raccolta di racconti in prima persona su ogni genere di Rock: dal Soul al Punk, dalla New Wave al Glitter Rock, dal New York Hardcore all'Indie rock. Con le immagini e interviste originali a: Afrika Bambaataa, Lester Bangs, David Byrne, John Cage, Willie deVille, Brian Eno, Jim Jarmush, Richard Kern, Arto Lindsay, Madonna, Iggy Pop, Ramones, Lou Reed, Andy Warhol e tanti tanti altri e altre. Un che documenta il ruolo del Rock a New York e il ruolo di New York come città culla delle più iconoclaste tendenze musicali.

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Storia vissuta del punk a Los Angeles

Quando si parla di punk vengono sempre in mente i Sex Pistols e tutti i ragazzi (ex) inglesi che quarant'anni fa misero a ferro e fuoco la scena londinese e poi europea, con le loro cattive abitudini e i loro cattivi esempi. Ma prima e dopo quel fenomeno scoppiò una simile rivolta anche negli Stati Uniti, prima a New York e poi a Los Angeles, con tratti molto originali e risultati musicali che ancora si ricordano. Questa è la storia di come il punk bruciò in California, terre governate da sempre dagli hippies; e di come i nuovi suoni, più crudi e brutali, cambiarono la scena e l'immaginario dei ragazzi non solo di quei luoghi.

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Viaggio al centro dei Cramps. Il più incredibile fenomeno del rock'n'roll 

Questa è la biografia definitiva della band americana The Cramps, nota al pubblico di tutto il mondo per gli incendiari live e i riferimenti inusuali al cinema horror, di fantascienza e alla trash culture, e a cui si attribuisce il ruolo di pioniere del genere psychobilly. Il volume è corredato da una ricca selezione di fotografie e una discografica esaustiva, e nell'edizione italiana presenta un'appendice originale con testimonianze di musicisti, critici e contributi grafici che descrivono la portata dell'impatto della band sul pubblico italiano.

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Stelle deboli. La storia di Sid Vicious e Nancy Spungen

"Due solitudini che s'incontrano: questa è in sintesi la storia di queste due anime. Sotto lune troppo pallide e stelle troppo deboli per indicare loro la via". Così scrive Massimo Cotto nella sua prefazione a "Stelle deboli" il libro firmato da Daniele Paletta, che ripercorre la storia del drammatico amore tra Sid (Vicious) e Nancy (Spungen). Amore tragico che si conclude in maniera funesta, senza nessun sensazionale happy ending, nelle stanze newyorkesi del Chelsea Hotel. Un amore punk che Daniele Paletta racconta ora con crudezza ora con estrema dolcezza, in sostanza un po' com'era il loro travagliato rapporto, sempre in bilico tra vita e morte. La storia dice che fu la mano di Sid a dare la morte a Nancy; come poi sia andata realmente non c'è certezza ma poco importa, l'autore non analizza gli aspetti criminologi ma predilige il lato umano, come si conviene ad una storia d'amore.

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Sid Vicious proibito

La vita e la morte di Sid Vicious, l’anima nera del punk nell’Inghilterra di fine anni Settanta, raccontata attraverso la cronaca dei fatti, le testimonianze, le dichiarazioni dei protagonisti. L’infanzia con la madre hippie, e il ribellismo giovanile. L’amicizia con Johnny Lydon Rotten, e il negozio londinese “Sex” di Malcolm McLaren. Gli stupefacenti e i Flowers of Romance. L’avvento del punk, e l’epopea dei Sex Pistols. Il sesso e l’eroina con la groupie Nancy Spungen. Nichilismi, intemperanze e provocazioni sulla scena rock. Il tour americano con sangue e incidenti. La tossicodipendenza e la fine dei Pistols. L’uccisione di Nancy e l’accusa di omicidio. Il tentato suicidio, e la morte per overdose (New York, 2 febbraio 1979) all’età di 22 anni.

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Oltre l'avenue D. Un punk a New York. 1972-1982

Venerdì sera a New York: Johnny Thunders, Richard Hell e Dee Dee Ramone entrano al CBGB's. Sono le star del momento, ma tra loro c'è qualcuno di ancora più cool: Philippe Marcadé. Arrivato diciassettenne dalla Francia, dopo un psicotico viaggio on the road, diventa uno dei protagonisti dello tsunami del punk. Alla sua festa di benvenuto si esibiscono i Ramones nel loro primo concerto in assoluto. È una star: sempre al tavolo giusto, parla con il suo accento esotico e veste stiloso anche se dorme in luridi loft. Fonderà i Senders, stella oscura della scena newyorkese, band punk-blues con cui suonerà per anni, condividendo il palco con Clash e Blondie. "Oltre l'avenue D" è un memoir ricco di valore storico e avventure al limite estremo della sopportazione umana. Philippe attraversa indenne (o quasi...) incidenti lisergici, viene arrestato e scarcerato, aggredito dal gatto eroinomane di Nancy Spungen e da un cane mangiatore di marijuana. Spiega a Sid Vicious il funzionamento di un aspirapolvere, abita accanto alla centrale elettrica durante il blackout del 1977. Rifiuta le avance di Madonna, fuma una canna con Bob Marley e distrugge l'appartamento di una hippie fissata con i Grateful Dead. E nonostante tutto continua a suonare. Sullo sfondo, un'incredibile galleria di personaggi: Wayne County, Lux Interior, Nan Goldin, Wilko Johnson, Wayne Kramer, Robert Mapplethorpe, Andy Warhol, John Waters...

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Quando bruciammo l'Inghilterra! Storia del punk britannico 1980-1984

Nel 1977 il punk fu dichiarato morto. Un paio di anni dopo, in Inghilterra, scoppiò un nuovo incendio musicale di enorme potenza. Una musica più dura, più aggressiva politicamente: la scena punk del 1980-1984. E fu di nuovo caos nelle strade. Questo è il libro completo su quella storia: Discharge, GBH, UK Subs, Exploited, Varukers, Disorder, Blitz, Anti Pasti, Vice Squad, Chaos Uk, Toy Dolls, Broken Bones, Adicts, Uk Decay, Chron Gen, Cockney Rejects, Peter and the Test Tube Babies, The 4-Skins, Angelic Upstarts, Anti-Nowhere League... e tanti altri.

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Dalla parte del torto. Una storia hippie punk e rave

Dome la Muerte è un leggendario chitarrista che appartiene a quel minuscolo commando di ribelli senza causa nati nel boom economico e sopravvissuti ai propri coetanei debosciati. Uno di quei musicisti sognatori che hanno pensato di rivoluzionare la società, raddrizzandola a cazzotti di suoni allucinanti. Una narrazione irriverente sul filo del rasoio delle controculture, dalla radiosa stagione hippie alle nichiliste visioni del punk, dai distopici scenari del rave agli ultimi spartiti extrasensoriali del presente. Dome da sempre si è schierato sul fronte dei palchi infuocati e ha più volte afferrato il manico della sua chitarra colpendo in faccia chi voleva inquinare tutto con il business. Migliaia di concerti sudati fino alla disidratazione, estenuanti registrazioni in studio, sostanze psicoattive al limite della sopportazione umana, feste notturne concluse dall’arrivo della polizia, risse, arresti e deliri comunitari, sesso libero, amori stratosferici e incontri cruciali con Allen Ginsberg, Joe Strummer e il poeta militante cheyenne Lance Henson. Pablito el Drito, grande fan e amico di Dome, si affianca a lui per strutturare un’opera letteraria rispettando il selvatico flusso di coscienza e il linguaggio tagliente e a volte comico di un personaggio unico, in tutte le sue eroiche turbolenze, le violente contraddizioni e gli estremi picchi di tenerezza.

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 Libri sul punk in Italia

Quello che è stato il punk in Italia: dal Punk Rock al Punk HC dalla fine degli anni 70 ad oggi raccontato dai suoi protagonisti. Le vecchie band e i vecchi concerti raccontati da chi c'era e di come li ha vissuti, dal concerto dei Clash a Bologna all'occupazione del Virus di Milano passano tra e band della capitale. Una serie di libri che spero esaudisca la vostra sete di conoscenza.


8 Libri sul PUNK in Italia: le band e i protagonisti, raccontati da chi l'ha vissuto

Bologna 1980. Il concerto dei Clash in Piazza Maggiore nell'anno che cambiò l'Italia

Il concerto dei Clash a Bologna non fu semplicemente un importante evento musicale, uno dei più importanti di tutti i tempi per l'Italia. Tutto quello che accadde su e giù dal palco di Piazza Maggiore, prima, durante e dopo il concerto, determinò una serie di azioni e reazioni che influenzano ancora oggi la vita culturale e contro culturale del paese. Lo dimostrano i ricordi e le testimonianze degli organizzatori, dei fan e della stessa band, che anche dei punk contestatori e dei giovani arrabbiati che portavano addosso ancora le ferite del 1977, oltre alla parole di giornalisti e intellettuali che, forse, non compresero davvero e fino in fondo la portata sociale di quelle due ore scarse di musica. Tutto ciò nel 1980, l'anno in cui perdemmo definitivamente l'innocenza e che chiuse un Secolo con vent'anni d'anticipo.

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Roma brucia. Quarant'anni di musica capitale

Dalla seconda metà degli anni '70 il punk ha cambiato il volto del rock, creando una linea di demarcazione tra "prima" e "dopo": nuovi stili, nuovi atteggiamenti e nuovi modi di proporsi al pubblico e sul mercato si sono affermati ovunque nel mondo con effetti tutt'oggi evidenti. In questo quadro anche Roma si è ritagliata un suo spazio, dando vita a centinaia di realtà significative che a volte hanno conquistato le luci dei riflettori e in altri casi sono rimaste più di culto: dal punk dei Bloody Riot al folk-rock de Il Muro del Canto, passando per il combat-rock della Banda Bassotti, il rap degli Assalti Frontali, la nuova canzone d'autore di Max Gazzè, Niccolò Fabi, Daniele Silvestri, Tiromancino e Riccardo Sinigallia, l'indie de I Cani, fino a band affermatesi pure all'estero come Zu e Giuda, la Capitale non ha mai mancato di offrire musica personale e di grande interesse. Nei suoi oltre quattro decenni di attività giornalistica, Federico Guglielmi è stato testimone oculare e puntuale cronista di quanto accadeva nell'ambito della nuova musica nazionale, con migliaia di recensioni e centinaia tra approfondimenti e interviste. Un'ampia selezione di quanto da lui scritto a proposito delle tante scene che si sono avvicendate e sovrapposte a Roma è stato ora raccolto in questo libro prezioso per la quantità e la varietà del materiale, ma soprattutto perché costituito da testimonianze in massima parte contemporanee agli eventi e non ricostruite con il senno di poi.

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Costretti a sanguinare. Racconto urlato sul punk

Lui suona in una band, provoca i benpensanti e scrive invettive contro il futuro, ha lo sguardo allucinato e, sulla schiena del giubbotto, la scritta "Costretti a sanguinare". Una narrazione senza virgole e senza pause, come avviene nei dialoghi più appassionati, un flusso di coscienza a strappi, simile al balbettio di un oratore concitato, un libro autobiografico che tenta di trovare l'eco di un moto collettivo. Una testimonianza urlata sul punk italiano che ha segnato un drammatico passaggio d'epoca, modificando per sempre l'immaginario e la critica all'omologazione. Un testo febbrile che mette in scena la rabbia e lotta per la sopravvivenza di migliaia di giovanissimi che frequentavano lo storico centro sociale Virus di via Correggio 18, quando Milano era una delle capitali del punk in Europa. Come in un romanzo, ricco di episodi esilaranti e di situazioni limite, qui si corre a tutta velocità lungo otto anni, dal 1977 al 1984, sulla linea di una fragile etica metropolitana per ribelli di ieri e di oggi. Riscritto e aggiornato dall'autore con nuovo carburante narrativo, "Costretti a sanguinare continua il suo resistente viaggio editoriale alla caccia di lettori che vogliono provare a cambiare il mondo e il proprio destino.

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Come macchine impazzite. Il doppio sparo dei Kina

Come hanno fatto tre ragazzi nati in una piccola città circondata dalle Alpi a incendiare i palchi più combattivi di mezza Europa per oltre un decennio? "Come macchine impazzite" è un intreccio di due narrazioni ambientate in epoche diverse ma sullo stesso asse geografico (Aosta-Torino-Berlino), entrambe girano sulla giostra della vita mosse dalla contraddittoria energia del punk. La prima, raccontata dalla voce del bassista Gianpiero Capra, è la cronaca dell'avventura di un gruppo seminale della scena hardcore italiana, i Kina. Una vicenda vissuta in prima fila nelle trincee degli anni ottanta, tra interminabili tour, sfide all'ultimo accordo e notti trascorse sui materassi più precari di un'Europa ancora divisa. La seconda storia è quella di Stephania Giacobone, una giovane della Valle d'Aosta che s'appassiona a una band nata dalle sue parti tanti anni prima, al punto da prendere dalla musica e dal loro immaginario, gli strumenti adatti per iniziare un percorso di riscatto personale. L'incontro di Stephania con Gianpiero segnerà la chiusura del cerchio che ha come esito un libro scritto sul crinale di una memoria in grado di agire sul presente, in contrapposizione all'oblio nostalgico. L'ultima parte del volume è dedicata all'apparato iconografico e alle testimonianze dei partecipanti al viaggio dei Kina, tra cui il chitarrista Alberto e il batterista Sergio.

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Negazione. Il giorno del sole

Questa non è la storia dei Negazione ma un racconto che prova a spiegare quello che siamo stati in un periodo lungo tre anni e un po': dall'inizio dell'autunno 1984 alla fine dell'inverno 1988. Quando non solo sono nati i brani qui raccolti, ma si è anche e soprattutto affermato il nostro modo di essere "i Negazione": gruppo, famiglia, hardcore band, più tutto il resto.

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Lumi di punk. La scena italiana raccontata dai protagonisti 

La nascita del punk in Italia si è intrecciata allo straordinario movimento della sinistra extraparlamentare. Da questo incontro, quasi inesistente altrove, esplode un'originale esperienza che utilizza gli spazi occupati dalla precedente generazione per organizzare concerti autogestiti e strutturare un'innovativa e radicale proposta politico-esistenziale. Lungo tutta la penisola decine e decine di gruppi punk formano un circuito perfettamente funzionante che crea le basi di un preciso stile di vita anticonformista e riottoso, destinato a influenzare in profondità anche il presente. In "Lumi di punk" trenta protagonisti di quella scena prendono la parola. La prima tappa di una ricognizione sui sussulti che hanno dato origine all'ultimo periodo in cui l'Italia non è stata provincia.

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Gaznevada. Mamma dammi la benza! 

Il "dopo '77" a Bologna porta con sé storie di vita e di scoperte, di intuizioni e di creatività. La colonna sonora della città era punk/new wave e i musicisti di punta i Gaznevada, in origine "Centro D'Urlo Metropolitano" (oltre agli Skiantos). Di loro si diceva che fossero il braccio armato musicale della coltissima Traumfabrik dei mitici fumettisti Scozzari e Andrea Pazienza e della scuola Rank Xerox di Tamburini e Liberatore. In realtà i Gaz all'inizio erano un tozzo, caciarone, magnifico gruppo punk. Poi divennero altro. Studiarono, maturarono, sperimentarono. Ma all'inizio erano questo, un gruppo punk, di intelligenza sopraffina e dalla mano pesante. Mamma dammi la benza!, pubblicato dalla Harpo's Music nel marzo del '79, è la testimonianza concreta della loro forza d'urto: la band, attiva da tempo, lasciava con questo album il primo segno del proprio passaggio sulla nuova scena rock italiana. Incendiandola. Nella loro grezzezza, i nove brani di quella leggendaria cassettina bruciavano come un lacrimogeno esploso a un metro dagli occhi. L'urgenza e il sarcasmo dei primi Gaznevada li ritroviamo oggi nelle tracce di questo cd utile a capire cosa era il punk e cosa invece non è più. Roba vecchia di trent'anni che fa ancora male. Da maneggiare con cura, senza farsi fregare dalla nostalgia. Cattivi, come sempre!

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Dritti contro un muro. L'hardcore punk italiano degli anni '80 raccontato da 140 protagonisti

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Uscito vivo dagli anni '80. Storie da sopra e sotto il palco

"Bottiglie rotte, sangue, nasi a pezzi, gente che fuggiva e urlava. Nausea. Basta. Noi volevamo solo suonare, suonare veloce, violento e pesante. La nostra rivoluzione l'avevamo già fatta e se eravamo su un palco a suonare punk era perché di altre rivoluzioni non se ne potevano più fare in altro modo, perché era solo con la musica e con il nostro modo di farla e viverla che potevamo dare un messaggio". Il libro è un viaggio, ironico e disincantato, attraverso considerazioni, aneddoti ed episodi all'interno della scena underground italiana di fine anni '70 inizi anni '80, in una sorta di diario personale che raccoglie pagine e pagine di esperienze, ma soprattutto è l'anima di chi quegli anni li ha vissuti in prima linea. Antonio "Tony Face" Bacciocchi, musicista e tra i primi protagonisti della scena punk e mod, rivive l'atmosfera, le contraddizioni, l'entusiasmo, la spontaneità, l'ingenuità di chi, all'epoca minorenne o quasi, si tuffava in un'esperienza, una cultura, un'energia destinata a cambiare i suoni, i costumi, gli usi delle generazioni a venire. Il tutto senza impeti nostalgici, né voglia di stupire o di insegnare. Un documento fotografico e storico, su una parte del movimento punk e mod italiano da un protagonista di quegli anni.

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I pirati dei navigli 

Siamo nel mezzo degli anni Ottanta, Milano è infestata da yuppie e zombie televisivi, la polizia ha appena sgomberato il centro sociale Virus e un'intera stagione sembra conclusa. Ma l'incontro con un libraio illuminato, una storia d'amore sorprendente e una rivista cyberpunk sono la miscela capace di dare l'innesco a un riscatto collettivo. Dallo scantinato ribattezzato Helter Skelter - che si trasforma in un luogo per sperimentazioni artistiche e tecnologiche all'avanguardia - all'esplosivo esordio del centro sociale Cox 18, sede di forte fermento culturale a due passi dalla Darsena, i Pirati dei Navigli seminano per le vie di Milano le scintille rivoluzionarie della controcultura. A voce alta, con il coraggio di chi porta su di sé molte cicatrici, Marco Philopat trasforma la storia che ha realmente vissuto in un romanzo ricco di episodi esilaranti, imprese incredibili e disavventure sconvolgenti. “I pirati dei Navigli” è un viaggio in un periodo poco conosciuto della cultura underground, dal 1984 al 1989, il ritratto di una figura unica come quella di Primo Moroni, e al tempo stesso un'avventura che lascia il segno e che ci regala squarci di utopia.

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Lista di libri sugli skinheads

Tacciata di razzismo, quella degli skinheads è la sottocultura più screditata dai mass media, ma al contrario, all'origine del movimento c'è l'aggregazione dei ragazzi working class di tutte le etnie. Sin dalla fine degli anni 60 in cui aveva origine la sottocultura, la musica giamaicana  (lo ska ed il reggae) e le sale da ballo erano popolate da skinheads bianchi e rude boys neri. Questi libri sono scritti perlopiù da persone che sono, o sono state, parte della sottocultura e danno voce ad altrettante persone, che con tutte le contraddizioni della vita ne hanno fatto parte... persone che l'hanno vissuta in prima persona, sulla propria pelle: SKIN head. Buona lettura.


8 LIBRI sulla sottocultura SKINHEAD: dalle sue origini ad oggi

Spirit of '69. La bibbia skinhead

A tanti anni dalla prima edizione, andata in stampa nel 1991, e dalla riedizione del 1994, "Spirit of '69. A skinhead bible" continua a essere uno tra i testi più esaurienti e attendibili sulla storia della sottocultura skinhead, considerata in tutte le sue incarnazioni stilistiche, musicali e politiche. Redatto da un protagonista della scena, in grado di affrontare l'argomento in modo obiettivo e documentato, "Spirit of '69" rievoca la storia skinhead a partire dalla sua emersione dall'ala dura del modernismo, nella seconda metà degli anni '60, passando per le contaminazioni di matrice ska, reggae e soul e, nel corso degli anni '70, per la politicizzazione - sia a destra che, per riflesso, a sinistra - di alcuni suoi ambiti, che poi proseguì negli anni '80 con la scena white power da un lato, e quella più tradizionalista, e talvolta apertamente di sinistra, dall'altro. Qualsiasi opinione si abbia del libro - che è stato criticato da alcuni, e adottato come una vera e propria "Bibbia" da altri - è difficile mettere in discussione la sua rilevanza, tanto che negli anni è stato tradotto in francese, portoghese, polacco, tedesco e ora, finalmente, anche in italiano.

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Italia Skins. Appunti e testimonianze sulla scena skinhead, dalla metà degli anni ’80 al nuovo millennio

Dalla Gran Bretagna del 1969 all’Italia della metà degli anni ’80, il salto è notevole. Un filo rosso, però, riesce sia a colmare le distanze che a disegnare percorsi assolutamente originali. Si può parlare di anfibi e bretelle se si resta sul terreno dello stile, del genere Oi! se si affronta l’argomento da un punto di vista musicale, ma, per affrontare il discorso in modo organico, è alla scena skinhead nel suo complesso a cui bisogna fare riferimento. Questo il presupposto che muove la scrittura di "Italia Skins": un libro che, partendo dalle radici storiche del culto (non solo) giovanile meno compreso e più diffamato di tutti i tempi, concentra la sua attenzione su un periodo cruciale per l’evoluzione della scena italiana, ricostruendo storie perdute di band, crew, fanzine e concerti e, soprattutto, indagando insieme ai protagonisti alcuni nodi cruciali per l’evoluzione della scena. Dal rapporto con la politica a quello con l’alcol e con le droghe, Flavio Frezza affronta con orgoglio e senza tabù la storia delle teste rasate italiane, tracciando un percorso insidioso su cui, però, svetta un’unica sicurezza: «Non c’è niente come essere uno skin».

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Skinhead nation

Dopo aver scritto "Spirit of '69. La bibbia skinhead", pubblicato da Hellnation Libri, George Marshall torna sul luogo del delitto per dare voce, rigorosamente dall'interno, al culto skinhead così come questo si presentava al mondo tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta. Non solo Regno Unito, dunque, ma Europa e Stati Uniti sono il contesto in cui vive la nazione skin raccontata da Marshall con la sua proverbiale sincerità e la nota voglia di fare i conti con i luoghi comuni allarmistici che, fin dai primordi, hanno trasformato lo skinhead nel capro espiatorio perfetto: il folk devil buono per tutte le stagioni nonché il bersaglio preferito dai sepolcri imbiancati di ogni risma. Perché il tempo passa ma, mentre gli skin continuano a calcare con i loro scalponi una scena sempre più ampia, resta valido il detto secondo il quale «esistono tre generi di bugie: le bugie, le dannate bugie e le bugie sugli skinhead».

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Le radici della rabbia. Origini e linguaggio della cultura skinhead

Puntualmente accusati di teppismo e di ubriachezza molesta dalla stampa mainstream, travisati, in virtù delle immancabili teste rasate, fino al punto da essere descritti come simpatizzanti di estrema destra da accademici ignari della loro radicata vocazione antifascista e antirazzista, gli skinhead incarnano uno stile irriducibile alle mode correnti, ai tentativi di assimilazione del circuito mediatico, all'etica addomesticata dei benpensanti. Forti di un patrimonio che, dagli anni Sessanta a oggi, si è tramandato attraverso un preciso genere musicale e uno stile impeccabile, gli skinhead sono "il sangue che scorre nelle vene della metropoli". Risalendo alle "radici della rabbia", Federica Paradiso esplora un mondo nato nei bassifondi delle megalopoli europee, indagandone dall'interno origini, tradizioni e linguaggio (con un inserto fotografico di Fabrizio "Fritz" Barile).

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Essere skinhead. Birra, boots e oi!

"Testa rasata, jeans stretti, polo Fred Perry e, ai piedi, immancabili, un paio di solidi anfibi è il look inconfondibile di uno skinhead cioè, al di là di qualunque pregiudizio e a dispetto della disinformazione, di un militante antifascista, fedele ai valori della strada, alla sua crew (Dusty Boots Brigade) e, prima di tutto, alle radici proletarie e antirazziste della musica Oi! Ambientata nel cuore antagonista del meridione italiano, 'Essere skinhead' è un'avventura fatta di musica, birra e noie molto serie con la polizia. Un libro scritto durante la detenzione domiciliare da uno dei protagonisti di una sottocultura che, in ogni caso, preferisce la concretezza delle azioni a una vita fatta solo di parole. Ma anche un manifesto generazionale. E un invito a non abbassare mai la testa, perché neppure la repressione può nulla contro l'arma della solidarietà e al cospetto di uno stile poco avvezzo ad accettare i compromessi".

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Roma siamo n'Oi! Scatti e racconti dalla scena skinhead, punk e mod dell'ultimo decennio

Una rassegna dell'ultimo decennio della "scena" skinhead, punk, mod di Roma, ma non solo. Quasi duecento scatti di anime ribelli, visi e corpi forse all'apparenza poco rassicuranti, ma certamente "veri". Questi ritratti non "posati" raccontano le storie di ragazzi e ragazze colti nella loro quotidiana "rivolta esistenziale": per strada, nelle manifestazioni politiche, negli incontri culturali, nei concerti, in mezzo al pogo, nei bagordi, nella scelta di precisi stili estetici, nella dura realtà delle periferie e delle borgate dove molti di loro vivono. Una straordinaria documentazione iconografica realizzata da un fotografo in tutto e per tutto "interno" a questo circuito.

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Come rondini in gabbia. Punk e skin fotografati sul lavoro e nella vita quotidiana

Se il palco è prima di tutto uno spazio di libertà, cosa succede quando la luce del sole prende il posto dei riflettori? Dove vanno i punk e gli skin, di giorno, quando i pub sono chiusi? Qual è il loro lavoro e come affrontano le “regole” della vita quotidiana? Enrico Zanza e Federica “La Rude” se lo sono chiesti. E in questo libro lo raccontano insieme ai protagonisti della scena controculturale italiana.

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Rabbia skinhead. Racconti di vita londinese

Anfibi, spranga e testa rasata: nella Londra degli anni settanta, il giovane skinhead Joe Hawkins guida la sua banda in un vortice di sesso e rabbia cieca. Tra bevute colossali al pub, risse allo stadio, scontri con hippie ed Hell's Angels, Joe e il suo gruppo masticano odio e lo sputano in faccia a una società che non riesce a fermarli ma che, dopotutto, non è migliore di loro. Individui con un istinto naturale per la violenza, gli skinhead del romanzo sono i simboli di un'intera sottocultura, nata da una costola operaia nei sobborghi della capitale britannica e poi diffusasi rapidamente in tutto il mondo. Con un sapiente tocco pulp, Richard Allen firma I"'Arancia meccanica" dei dock londinesi e crea un vero e proprio classico della cultura skin.
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Lista di libri sulla sottocultura MOD (modernist)

Dagli anni 50 ad oggi, vive e sopravvive una sottocultura nata nell'Inghilterra del dopoguerra che ha fatto del suo stile sobrio ed elegante uno stile di vita. Scooter Vespa e Lambretta i suoi mezzi di spostamento, Parka e completi tre bottoni i suoi capi d'abbigliamento, soul e ska la colonna sonora. 
Senza dilungarmi troppo sul quel chè E' e quel che è stato il modernismo, ecco alcuni libri a tema, che si possono acquistare facilmente cliccando sui link di riferimento.
Spero che visto il periodo difficile riescano ad allietare le vostre giornate di "chiusura" e che almeno ci permettano di viaggiare con la fantasia... e la memoria.


6 libri sui MODS: con rabbia e stile, una sottocultura ancora viva!

Arcipelago mod. Il mod revival in Italia 1979-1985

Gli anni di piombo erano alle spalle, iniziava il riflusso ed una nuova stagione stava per affacciarsi sul palcoscenico nazionale. Sarebbero stati i favolosi anni '80, quelli di Craxi, del CAF, del rampantismo e degli illusori sogni di benessere che tornavano a portata di mano. Gli anni della italodance, di Claudio Cecchetto e DeejayTelevision, degli Azzurri che alzano la coppa del mondo nella magica notte di Madrid. Questa è la copertina patinata associata a quel decennio che tuttavia è stato molto di più e con molte altre chiavi di lettura. Una di queste, in ambito musicale, è stato proprio il Mod Revival. Four By Art, Statuto, Lager, Coys, F 104 e molti altri gruppi in tutta Italia, proprio in quegli anni, stavano disegnando un quadro sociale e culturale anni luce distante dalla vulgata che ha finito per accreditarsi. Il Modernismo, attraverso il "clean living under difficulT circumstances" avrebbe dato un'altra lente interpretativa per guardare alle trasformazioni di quel periodo.






Statuto/30. La ribellione elegante

Gli Statuto sono una grande realtà della musica italiana. Una band che raggiunge il traguardo dei 30 anni di carriera, con 17 album e migliaia di concerti all’attivo non è esattamente una cosa normale. Un gruppo che può permettersi di suonare al Festival di Sanremo, a Cuba, nello stadio Granata o a un raduno di Mods con la stessa disinvoltura. Un gruppo che si permette anche di scrivere (sotto la spinta di Massimo Gramellini) l’inno della loro squadra del cuore: il Torino FC. Una passione quella del calcio forte quanto quella per la musica. Questo è un volume che per le migliaia di fans del gruppo diventerà subito un libro di culto. Nello stesso tempo per chi non conosce gli Statuto sarà il mezzo per avvicinarsi a questa entità, tutta da scoprire lasciandosi stupire da quanto in questi anni hanno saputo costruire. Gli Statuto hanno infatti superato la sfera musicale per diventare un fenomeno sociale e di costume senza mai dimenticare anche il loro impegno politico Antonio Baciocchi per realizzare questo libro si è avvalso dell’unica fonte originale : gli Statuto stessi che intervengono in prima persona per raccontare aneddoti e storie della loro carriera. Completano il quadro Un’esaustiva discografia e numerosi contributi tra cui quelli di: Gianni Maroccolo, Nina Zilli, Giordano Sangiorgi, Paolo Pulici, Massimo Gramellini, Enrico Ruggeri, Ron e Rudi Zerbi.






Mod generations. Musica, rabbia, stile e altre storie

Riparte il viaggio, rigorosamente in Vespa super accessoriata, tra le tortuose strade della musica dei mod, subcultura che da più di mezzo secolo rappresenta uno stile di vita per migliaia di giovani e che si è conservata, evolvendosi, fino ai giorni nostri. Dal be bop di Charlie Parker al blues di John Lee Hooker, attraverso soul, rhythm and blues, ska e northern soul, fino a Who e Small Faces, Jam e Oasis, la cultura mod viene sviscerata dall'interno facendo piazza pulita di luoghi comuni e fraintendimenti. Scritto da uno dei più importanti esponenti del movimento italiano, il testo è accompagnato da decine di illustrazioni originali. Un intricato e appassionante percorso discografico alla scoperta di una musica che con rabbia e stile continua a essere la miglior colonna sonora di una vita cool. Antonio Bacciocchi, tra i primi a portare la cultura mod in Italia alla fine degli anni Settanta, autore della prima modzine della penisola, Faces, factotum della scena negli anni Ottanta e profondo conoscitore della musica dei mod in tutte le sue sfaccettature, ha selezionato, con minuziosa cura, decine e decine di dischi fondamentali, ne ha ripercorso la storia musicale dalla fine degli anni Quaranta ai giorni nostri, dedicando una preziosa appendice alla produzione italiana. Con introduzione di Luca Frazzi e testi di oSKAr Giammarinaro, Francesco Ficco e Fabrizio "Pallino" Carrieri. Contiene la riproduzione anastatica dei Quaderno Mod di Tony Face, le copertine della fanzine Faces più altri materiali inediti.







Mod. Vita pulita in circostanze difficili

Terry Rawlings è una delle figure cardine della scena Mod inglese dalla fine degli anni Settanta. Appassionato e studioso della cultura sixties autoctona, ha seguito l'evolversi del Mod-revival a fianco di gruppo come Jam, Chords, Purple Hearth e Long Tall Shorty.







L'uomo cangiante. Paul Weller: the modfather

Paul Weller : Decine di dischi d'oro e di platino. Vincitore di 4 Brit Award Paul Weller, uno dei più importanti cantori dell’Inghilterra, si è scoperto mod a metà degli anni Settanta. All’apice del successo ha disintegrato i Jam, ripartendo subito dopo con gli Style Council: tutt’altra musica ma uguali radici. Grazie agli Style Council ha conosciuto la gloria e l’infamia dell’oblio. È ripartito da solo, con passo incerto eppure caparbiamente ancorato alle origini, ai tempi soul, all’estetica 60’s, alla chitarra Rickenbaker. Ed è riuscito di nuovo a fare centro. Artista arrogante, sfrontato ed eccessivo, questo libro ne ricostruisce un ritratto fedele attraverso la sua biografia, i successi e le curiosità. L’uomo cangiante. The changing man, è il titolo di uno dei brani più significativi firmati da Paul Weller, dichiarazione d'intenti rispettata da sempre.







Glory Boys - Qualcosa che vi racconto sul mondo mod

Uno sguardo sulla scena mod e sixties che l'autore ha vissuto negli ultimi anni, completo con descrizione di luoghi, eventi e personaggi legati a questa cultura. Di Luca Selvini.

Libri sul Brit Pop, Indie Rock e Madchester

Chi non ricorda i video dei Blur e degli Oasis durante gli anni 90?! Dalla fine degli 80's fino a tutti i 90's è stato un proliferare di band che hanno segnato una generazione a cavallo di un nuovo millennio. Oltre i già citati c'erano i Pulp, Suede, Stone Roses, Happy Mondays e The Smiths se vogliamo andare ancor più indietro nel tempo. Qui una serie di libri per ricordare quell'adolescenza perduta a cantare "Country House"!


10 LIBRI sulla musica Brit Pop, Madchester e Indie Rock

Haçienda. Come non si gestisce un club

Non c’è successo come il fallimento, cantava Bob Dylan in una delle sue ballate e, se questo è vero, nessuna storia come quella dell’Haçienda lo conferma. Dalla sua apertura nel 1982 a Manchester, all’epoca grigia e cupa città industriale, all’ultima serata, nel giugno del 1997, l’Haçienda, un club nato con l’ambizione di importare nel nord dell’Inghilterra il fastoso mondo dei più celebri locali newyorkesi, si rivelò al tempo stesso un disastro economico e un capolavoro culturale. Creata, sotto la guida del leggendario discografico Tony Wilson, da idealisti privi di qualsiasi preparazione organizzativa e manageriale, convinti che il club fosse un dono alla comunità e il luogo ideale dove le giovani generazioni potessero coltivare la propria creatività, l’Haçienda – come il Cabaret Voltaire, il CBGB’s o lo Studio 54 – si trasformò ben presto in uno di quei luoghi capaci di creare arte e cultura, esercitando la propria influenza ben oltre i confini della propria esistenza fisica. Introduzione di Christian Zingales.

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Britannica. Dalla scena di Manchester al britpop 

Una storia che si snoda in una decade di nuova creatività musicale, rivolgimenti sociali e contraddizioni. "Oasis", "Blur", "Stones Roses", "Joy Division", la "Factory Records", "FAC 51 The Hacienda", "Creation records" e tutti i più conosciuti protagonisti della scena sono raccontati nel contesto di un'Inghilterra in fermento tra la Thatcher e Blair. Oltre 500 schede di altrettanti gruppi "illustri" ma sconosciuti completano un libro per conoscere i 10 anni tra il 1988 e il 1998 e la musica che li ha attraversati.

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Set the boy free. L'autobiografia

È l'inizio del 1982 quando, nei sobborghi di Manchester, un giovanissimo chitarrista si presenta alla porta di casa di un cantante semisconosciuto, di pochi anni più grande di lui, e gli propone di fondare una band insieme. Sono Johnny Marr e Steven Morrissey, e da quell'incontro, inatteso eppure in qualche modo predestinato, nascerà il gruppo di rock alternativo più celebre di tutti i tempi: gli Smiths. Ma Set the Boy Free non è soltanto l'epopea di una delle band simbolo degli anni Ottanta. È la storia di un ragazzino cresciuto in una famiglia irlandese, operaia e cattolica, che scopre prestissimo il potere della musica e quello dell'arte, il fascino della moda e la magia dei colori. E la storia di un adolescente che osserva con curiosità ed entusiasmo i grandi cambiamenti sociali nell'Inghilterra post-industriale, i movimenti della controcultura giovanile, i nuovi generi musicali - dal glam rock al punk alla new wave. Ed è, anche, la storia di un musicista ormai maturo, che dopo lo scioglimento degli Smiths non ha paura di intraprendere nuove strade, entrando nei The The dell'amico Matt Johnson e fondando gli Electronic con Bernard Sumner, lavorando come session man per i Pet Shop Boys, Bryan Ferry, i Talking Heads, fino alle collaborazioni in anni più recenti con i Modest Mouse e i Cribs. Alternando ricordi privati, intuizioni musicali e riflessioni sulla società e sul costume, “Set the Boy Free” è il viaggio in una delle menti creative più fertili della musica pop contemporanea.

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Come ho resuscitato il brit rock. Alan McGee e la storia della Creation Records

I segreti, i dietro le quinte, gli splendori e le miserie della storia della Creation Records, l'etichetta che ha cambiato il rock inglese degli anni Novanta, e del suo fondatore Alan McGee. Una storia di musica, di grandi band e di dischi favolosi, ma anche la vicenda di un grande visionario dello show buisiness. Alan McGee ha infatti fondato la Creation nel 1984 facendosi prestare 1000 sterline da una banca, contando su una rara prerogativa: la capacità di distinguere il vero hit al primo ascolto. Anno dopo anno dalle sue mani sono usciti gruppi come Jesus and Mary Chain, Primal Scream, Oasis, un suono nuovo, sinonimo di rinnovata indipendenza del rock e destinato a fare il giro del mondo.

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Brit rock. I classici

In questo volume dedicato ai "classici" del brit rock trovano posto i rappresentanti più celebri e ì musicisti più underground della scena musicale inglese. In un periodo in cui certe sonorità sembrano essere prepotentemente tornate in auge, questo libro rappresenta un viaggio in musica per coloro che non hanno vissuto quegli anni e un bellissimo flash-back per quelli che ci sono stati.

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Blur. Tutti i testi commentati con traduzione a fronte

I testi originali e le traduzioni, commenti e introduzione delle canzoni di una delle band icone del Brit Pop anni 90: i Blur.

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Blur. Love in the 90's. Testi commentati

All'alba degli anni Novanta, una band formata da quattro studenti d'arte dell'Essex esordisce con un album che sembra solo un altro disco di e per ragazzini infatuati di Madchester e shoegaze, destinato a durare il tempo di una copertina di "NME". Le cose, invece, vanno diversamente. I Blur diventano uno dei gruppi più importanti e influenti d'Inghilterra, superando indenni ondate e riflussi, reinventandosi e sperimentando, andando oltre il britpop e scavalcando se stessi in una continua rincorsa di nuove modalità espressive. Analizzare i testi dei Blur significa percorrere la storia di una costante crescita creativa, l'evoluzione letteraria da ragazzi festaioli ad artisti maturi. Ma anche osservare con ironia e disincantato cinismo la società - in provincia come in città, nel Regno Unito come nel mondo - con le sue incongruenze e incoerenze, i suoi modelli e miti, le sue leggi e consuetudini. E i suoi effetti mortalmente collaterali. Da combattere con la forza del pop e di tutte le sue possibili espansioni. Nel volume anche il commento ai testi del nuovissimo album, "The magic whip", che segna il loro ritorno in sala d'incisione dopo "Thinktank" (2003).

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Mister Smiths. Morrissey si racconta

«Non sono completamente contrario alla violenza, perché la violenza in certi momenti estremi può essere necessaria... Credo che sia arrivato il momento di combattere il fuoco col fuoco». «Sono un individuo che ha la sensibilità sufficiente a capire le donne in un'ottica non sessuale. E detesto gli uomini che vedono le donne solo in termini sessuali». «Per un po' di tempo il mito degli Smiths mi è rimasto attaccato alle caviglie e mi ha impedito di muover- mi. Ero perseguitato dall'assurda ombra degli Smiths, come se il mio passato mi negasse un futuro». «Non mangio carne da molti anni, cioè dal momento in cui ho preso coscienza dell'orribile trattamento che viene riservato agli animali da macello». «Per me gli Smiths sono un gatto morto che ho seppellito in una scatola di scarpe in fondo al mio giardino».

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L'importanza di essere Morrissey. Ventotto conversazioni con il leader degli Smiths

Morrissey racconta Morrissey. Ventotto conversazioni, dal 1983 ai giorni nostri, ripercorrono la carriera e la vita privata del leader degli Smiths, il più famoso "charming man" della storia della musica. Una selezione di interviste che inquadrano da nuove angolazioni la sua figura, controversa e ironica, amata alla follia o odiata senza mezzi termini. Dalla passione per Oscar Wilde e James Dean all'immaginario ambiguo dei suoi testi, dai rapporti con il sesso e la politica alla lotta contro gli abusi sugli animali, in questo libro è racchiuso tutto l'Universo Morrissey: un interessante approfondimento sul cantante inglese e su una delle band più importanti degli ultimi trent'anni.

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America indie 1981-1991. Dieci anni di rock underground

"American indie" è la storta della rivoluzione musicale avvenuta proprio sotto il naso di Reagan negli anni Ottanta, quando un piccolo ma agguerrito manipolo di gruppi, etichette, fanzine, stazioni radio e altre entità sovversive infuse nuova energia al rock americano innestandovi il credo 'do it yourself' del punk e creando un musica fortemente personale, spesso brillante, sempre stimolante, la cui influenza si sarebbe estesa fino a oggi senza mai perdere di Intensità e attualità. Attraverso le dettagliate biografie di tredici gruppi storici - Mission Of Burma, Minutemen, Black Flag, Hüsker Dü, Minor Threat, Replacements, Butthole Surfers, Sonic Youth, Big Black, Fugazi, Mudhoney, Beat Happening, Dinosaur Jr - Michael Azerrad dipinge un potente affresco con tutti gli elementi di un grande romanzo: politica, droga, paura, disgusto, fede e, ovviamente, musica.

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Ascolta il podcast ModernAut sulla musica Brit Pop anni 90.


Libri e stili giovanili: le controculture metropolitane

Una lista di libri che affrontano quel che sono state gli "stili" giovanili e le controculture nate nel dopoguerra ad oggi.



London calling. La controcultura a Londra dal '45 a oggi

La Londra di Barry Miles è quella della cultura underground che nasce fra le macerie della Seconda guerra mondiale ed esplode nel corso degli anni Sessanta e Settanta, concentrandosi sul West End e su Soho, le zone in cui era confluita un'eterogenea popolazione di personaggi creativi e fuori dalle righe, intolleranti nei confronti delle costrizioni della cultura e del costume ufficiale: scrittori, poeti, registi, musicisti, artisti, pubblicitari, architetti, stilisti, e una miriade di più anonimi personaggi decisi a fare della propria vita un'arte. È la storia di una rivoluzione culturale determinata a ottenere una "totale confusione dei sensi", che si sviluppa fra le vie di una metropoli artisticamente onnivora, fatta di locali, librerie, club, pub, teatri, piazze, vicoli, scantinati, case occupate o case borghesi. Una storia di sconvolgente energia vitale e al tempo stesso autodistruttiva, raccontata sul filo di quell'ironia che solo un testimone diretto può comunicare. Mettere in fila i nomi che si incontrano fra queste pagine fa tremare l'idea stessa di 'controcultura', poiché vi si ritrova molta della creatività che animerà per ibridazione la cultura ufficiale del Novecento: Dylan Thomas, Francis Bacon, i Situazionisti, il cool jazz, il rock 'n' roll, Mary Quant, Kingsley Amis, J.G. Ballard, i Rolling Stones, i Beatles, William Burroughs, Jimi Hendrix, i Pink Floyd, Allen Ginsberg, Pete Townshend, Yoko Ono, Derek Jarman e moltissimi altri.







Rituali di resistenza. Teds, Mods, Skinheads e Rastafariani. Subculture giovanili nella Gran Bretagna del dopoguerra

"Resistance Through Rituals", pubblicato per la prima volta in italiano, analizza le aggregazioni subculturali giovanili (Teds, Mods, Skinheads, Rastafariani) che hanno interessato la società britannica negli anni successivi al secondo conflitto mondiale. Si indaga sulle logiche intrinseche, l’immaginario e la critica latente che hanno sviluppato i giovani della classe operaia britannica, sensibili, secondo gli autori, alle dinamiche del mutamento sociale e politico ed in grado di costruire una soggettività tesa a preservare i sicuri territori di appartenenza (fisici ed ideali). Questa tendenza segna la fisionomia, l’azione e la semiotica corporale di intere classi di individui, inclini alla costruzione collettiva di una identità originale simbolizzata mediante una serie di status, premessa assiomatica, oltre all’esistenza di una consapevolezza di classe, che legittima le produzioni subculturali e regolamenta le pratiche degli attori sociali coinvolti. Prefazione di Davide Borrelli, postfazione di Massimo Canevacci.








Punkouture. Cucire una rivolta (1976-1986)

Un percorso che ricompone un panorama internazionale di tutto quello che è stato creato per il punk, senza tralasciare alcun ambito con sezioni dedicate a abbigliamento – calzature – accessori – make up – acconciature – negozi e marchi simbolo. Uno stile che afferma la sua nuova identità e crea un’immagine personalizzata usando cose ordinarie recuperate, vecchi oggetti trovati nei cassetti, negli armadi e in soffitta. Un invito alla sperimentazione, al fai da te, all’asimmetria e alla spettacolarità promosso anche da riviste e fanzine che pubblicano consigli e indicazioni per i più giovani. Dopo "Pics off!" Matteo Torcinovich regala una vetrina che raccoglie ispirazioni e suggestioni fashion, per amanti della moda, nostalgici dell’epoca, addetti ai lavori, designer, stilisti e studenti. Una raccolta che esplora – ancora una volta grazie al corredo fotografico – lo stile di un decennio assolutamente unico e irripetibile.







Sottocultura. Il significato dello stile

"Sottocultura" si è affermato a livello mondiale come un punto di riferimento per lo studio delle culture musicali giovanili. Hebdige non si limita a ripercorrere le vicende delle sottoculture inglesi, hipster, teddy boy, mod, skinhead passando per il glam e il Northern Soul, ma, sulla scorta delle suggestioni fornitegli dal punk, ne fornisce una lettura unitaria sulla base della chiave interpretativa della "rivolta attraverso lo stile". "Sottocultura" è un contributo al rinnovamento degli approcci alla popular culture promosso dai British cultural studies attraverso un ripensamento originale dell'eredità gramsciana.






Fashion sabotage. La moda controcorrente, dagli apaches agli hipster

Le spericolate avventure delle subculture giovanili che hanno influenzato, contaminato e ispirato la storia della moda ufficiale. Dai Punk ai Rockabilly, da Tokyo a New York, un secolo di rivoluzioni stilistiche scoppiate al di là dell'haute couture.







Ribelli con stile. Un secolo di mode radicali

Le scene creative giovanili che si sono sviluppate "sotto", "contro", dentro o parallelamente, alla cultura mainstream, hanno svolto un ruolo insostituibile nel dar forma all'immaginario del Novecento, il secolo che ha registrato la più massiccia esplosione di minoranze estetiche, sessuali, etniche della storia. Una galassia di corpi contundenti che ha reso la società meno rigida sul piano formale, scombinando le carte dell'appartenenza e delle gerarchie. Uno slalom tra richiami all'ordine e voglia di disordine; edonismo e ascetismo; naturalità o massimo artificio; calma o frenesia; tradizione e novità; teatralità o sobrietà. Una serie di kit di sopravvivenza, con diversi copioni, colonne sonore, artifici scenografici, oggettistica, prodotti farmacologici, in una rincorsa sfrenata e senza fine tra fuga esistenziale e recupero del mercato.






La rivolta dello stile

La musica è il linguaggio per eccellenza delle culture giovanili. È diventata espressione del loro modo di essere e di conseguenza del loro modo di vivere. Nelle metropoli - e non solo - l'appartenenza a un gruppo basato sulle radici e sulla tradizione conta sempre meno: i ragazzi fondano la loro identità proprio sui suoni di cui si circondano. Quegli stessi suoni che non sono più semplici canzoni, ma generano linguaggio, abbigliamento, consumi. Quello, insomma, che viene definito "stile di vita". I capitoli sono dedicati ai diversi aspetti del lifestyle contemporaneo, un'analisi della cultura e dei consumi visti attraverso la loro relazione con la musica. Il libro è illustrato da immagini che ricostruiscono l'evoluzione dei generi e del loro rapporto con la moda. Con una prefazione di Renzo Rosso.






Vestire degenere. Moda e culture giovanili 

Cesure drastiche con il passato, ribellismo resistenziale, rovesciamenti e nuove identità: ecco cosa raccontano stoffe, vestiti, make-up e tagli di capelli. A ratificare o osteggiare i mutamenti sociali più radicali contribuisce anche il codice vestiario, che rimanda all'identità del singolo, e ai sogni e ai desideri che si cuce addosso. Ecco, dunque, che le innovazioni più rivoluzionarie nell'Haute Couture, nello street-style e nelle culture giovanili avvengono quando si travalicano le demarcazioni implicite tra maschile e femminile - il più impalpabile e il più solido tra i confini simbolici, che genera e convalida identità e aspirazioni. È stato così per i ragazzi mods dei primi anni sessanta, che affermavano l'adesione al mondo moderno dei consumi attraverso un'inedita cura per il corpo e il vestire, presi a prestito dal mondo femminile, con colori, trucco e acconciature. Da lì in poi, il susseguirsi di punk, post-punk, gothic, drag queen e drag king, gothic lolite, emo è stato tutto un rompere le righe, uno sconfinamento oltre il limite. E questa penetrazione nei territori dell'altro sesso non fa che rimettere in gioco categorie ritenute naturali, ruoli dati per scontati, poteri consolidati: si tratta di un'operazione dalla forte valenza simbolica, che dal terreno della moda può slittare nella sfera pubblica, o sfociare in forme di ribellione e di affermazione delle identità di genere.






Una lista di libri sulla musica Punk Hardcore americana e la filosofia Straight Edge da leggere "velocemente" come la musica e lo scorrere della vita.



My Riot. Agnostic Front: la mia vita hardcore

"Gangs of New York" incontra "Mean Streets" nella biografia di Roger Miret, il significato vivente di cosa ha significato sopravvivere agli anni Ottanta nel Lower East Side, trovando nella musica un rifugio e il senso stesso della propria esistenza. "My riot" è la testimonianza definitiva sulla nascita e lo sviluppo della scena hardcore newyorkese – ma anche della violenza esercitata contro la working class nei ghetti metropolitani – raccontata da un protagonista assoluto: il front-man della leggendaria band Agnostic Front. Nato a Cuba ed emigrato con la sua famiglia negli Stati Uniti, Miret, con un linguaggio che non lascia spazio all'immaginazione, parla di cosa ha significato crescere in terra straniera, sottoposto al regime di un patrigno violento e in condizioni di totale indigenza. Miret ha dovuto fare i conti con la violenza fin dall'infanzia, trascorsa in appartamenti occupati, dentro casermoni cadenti e in compagnia di diseredati costretti agli stessi abusi e schiacciati dalla vita con identica durezza. In un simile contesto, Miret ha dato un contributo imprescindibile alla formazione di un nuovo genere musicale ma, perennemente a corto di denaro e con un successo commerciale impossibile da ottenere, sarà il business della droga a dettare le sue regole, spalancando alla voce degli Agnostic Front il baratro della prigione: l'ennesima prova da superare sull'impervia via che, nel nome dell'unità tra i kidz, condurrà a una redenzione conquistata senza scendere a compromessi. 🛒👉 Acquistalo su amazon




California über alles. Le origini dei Dead Kennedys 

Grazie a una miscela incendiaria di musica originale e nevrotica, unita ai testi incisivi e dissacranti del frontman Jello Biafra, i Dead Kennedys sono spesso considerati il più grande gruppo punk americano della loro generazione. E pur avendo sempre pubblicato e distribuito i propri dischi in canali indipendenti e lontani dal mainstream, sono diventati la prima band di un certo calibro che non solo non si è mai piegata alle leggi del sistema discografico tradizionale, ma ha fatto della lotta all’industria musicale una delle proprie bandiere. In questo libro, Alex Ogg sfrutta dozzine di interviste e dichiarazioni esclusive dei membri della band per raccontare le origini di un gruppo che ha sguazzato nelle polemiche e nelle controversie praticamente dagli inizi, trasformando la retorica già quasi stantia del punk in qualcosa capace di essere un’effettiva spina nel fianco del sistema - oltre che estremamente divertente! Completano il tutto un’ampia raccolta di opere dell’artista underground Winston Smith, che ha caratterizzato in maniera unica l’estetica dei Dead Kennedys, e le riproduzioni di svariati scatti d’epoca della celebre fotografa punk americana Ruby Ray. 🛒👉 Acquistalo su amazon




Black flag. I pionieri dell'hardcore punk 

California del Sud, Hermosa Beach. In seguito a un breve ma intenso periodo di rodaggio, arriva il primo Ep: "Nervous Breakdown". Siamo nel gennaio 1978. In 5 minuti e 10 secondi i Black Flag fanno piazza pulita di qualsiasi compromesso, gridando al mondo l'angoscia di vivere e presentando tutti i caratteri essenziali di quello che sarà definito hardcore punk. Negli otto anni successivi, fra continue divergenze interne e sostituzioni, i Black Flag danno vita a un punk miniaturizzato e nichilista, dotato di un'inedita vena "sperimentale". Un repertorio sublimato nell'apocalittico "Damaged". "Black Flag" è la storia di incessanti lotte contro le forze dell'ordine, l'industria discografica e perfino contro i propri fan. La band è raccontata dall'interno, attraverso interviste ai membri del gruppo, ai loro contemporanei e ai musicisti che hanno ispirato. 🛒👉 Acquistalo su amazon




American punk hardcore 

Questo libro parla degli anni d'oro dell'"american hardcore", dal 1980 al 1986. In questo breve periodo sono successe tante cose. 🛒👉 Acquistalo su amazon



Straight Edge. Storie, filosofia e racconti della scena hardcore punk

Lo Straight Edge continua a essere da oltre 25 anni una controcultura punk hardcore che rifiuta ogni tipo di droga e dipendenza. Dal momento della sua nascita a Washington D.C. e Boston, sotto gli auspici di band leggendarie come Minor Threat e SS Decontrol, ha unito musica a comportamenti radicali nella sfera personale, sociale e politica. Alla più grande truffa consumistica propinata ai giovani dagli anni cinquanta, che il ribellismo vada d'accordo con il consumo di droghe e alcol, lo Straight Edge ha detto fieramente "no!". Questo libro traccia la storia del movimento fino ai nostri giorni con contributi, interviste, brevi saggi e manifesti estetico-politici di artisti e musicisti come lan MacKaye (Minor Threat/Fugazi) e tutte le più interessanti band Straight Edge come Dennis Lyxzén (Refused/The (International) Noise Conspiracy), Mark Andersen (Dance of Days) and Andy Hurley (Fall Out Boy), ManLiftingBanner e Point of No Return; collettivi come Crimethlnc, Alpine Anarchist Productions e molti altri. 🛒👉 Acquistalo su amazon




American Hardcore. La storia del punk americano 1980-1986. DVD

Scritto da Steven Blush e diretto da Paul Rachman, il film "American Punk Hardcore" racconta ai fan del genere, ma non solo, la scena punk statunitense, fenomeno musicale e culturale esplosivo che ha influenzato tutto ciò che è venuto dopo, in America come nel resto del mondo, dal movimento grunge all'emo fino ad arrivare alla musica pop-punk che attualmente scala le classifiche. La scena hardcore americana si costituì in opposizione al panorama politico conservatore dei primi anni '80, gli anni di Reagan, e si impose nel panorama musicale e culturale dell'epoca come un rapido calcio in testa al rock delle major e al gusto mainstream. Dai magazzini del centro alle camere da letto dei sobborghi, la scena HC si diffuse di città in città come un fuoco selvaggio, unendo reietti annoiati e infuriati in una reale rivoluzione underground, fatta da apatici teenager che avevano un solo credo: la loro musica, dura, veloce e pesante. Il film è accompagnato da un libretto che riporta immagini inedite e documenti del periodo e da numerosi extra in video sulla scena punk hardcore americana e italiana. 🛒👉 Acquistalo su amazon




Libri musica POP e Rock

La musica e il calcio il soul, l'R&B e il Glam Rock, Jimy Hendrix e le sue schitarrate (ho detto SCHITARRATE), una lista di libri sulla musica Rock divenuta "POP" e intramontabile.


Libri di musica: POP & ROCK, le schitarrate del passato dal Rhythm & Blues al Glam

Rock 'n' goal. Calcio e musica. Passioni pop

"Rock and goal" analizza tutte le possibili, anche quelle più improbabili e insospettabili, connessioni tra musica rock e calcio. Calciatori cantanti, canzoni dedicate al calcio, tifosi eccellenti, il rock e le sottoculture nelle curve.Con stralci di interviste sulle passioni calcistiche di Mick Jagger, Paul McCartney, Roger Daltrey, Clash e decine di musicisti e cantautori italiani. Il tutto corredato da un ampio e curioso contributo fotografico. 🛒👉Acquistalo su amazon





Rock 'n' sport. Musica, discipline olimpiche e anche no

Da sempre la correlazione tra sport e musica è particolarmente forte. Sin dai tempi dell'antica Grecia, infatti, i Giochi Olimpici erano costantemente accompagnati da gare di contenuto artistico, tra poesia e canti. Dopo "Rock'n'Goal", Antonio Tony Face Bacciocchi si cimenta con quasi tutti gli altri sport, olimpici (ma anche no), pronto a svelarci incredibili connessioni, cortocircuiti e curiosità da mondi pieni di passioni. Analizzando il rapporto tra musica e ventisette discipline sportive - dall'Alpinismo al Volley, con l'aggiunta dello spettacolare Wrestling - l'autore racconta le infinite volte in cui la musica (prevalentemente "rock") ha affiancato lo sport o viceversa. Scritto con la collaborazione di Alberto Galletti ed Elena Miglietti. 🛒👉Acquistalo su amazon




Retromania. Musica, cultura pop e la nostra ossessione per il passato

È proprio vero che la musica ha smesso di evolversi? Quel che è certo è che gli anni Zero non hanno dato inizio al futuro che in campo culturale ci aspettavamo: le reunion più o meno riuscite, le cover band, il ritorno del vinile e delle musicassette hanno collaborato alla creazione di uno scenario dove anche i nuovi personaggi assomigliano a un patchwork di fenomeni precedenti. Attraverso aneddoti di giganti della vecchia guardia (con esaltanti panoramiche su Beatles, Patti Smith e Frank Zappa) e di artisti contemporanei - che sono spesso giunti alla notorietà rielaborando scampoli di musica strappati all'oblio - Simon Reynolds, incoronato erede di Lester Bangs, ci racconta questa ossessione per il passato in un saggio che unisce lo sguardo appassionato della critica musicale alla lucidità dell'indagine sociologica. E, insieme alla denuncia di un futuro che non c'è stato, pone una domanda a cui ancora non c'è risposta: continueremo a vivere oppressi dalla nostalgia oppure la retroma-nia si rivelerà una fase storica isolata? 🛒👉Acquistalo su amazon





Polvere di stelle. Il glam rock dalle origini ai giorni nostri

Da Marc Bolan ad Alice Cooper, da Gary Glitter a Lou Reed, dai Roxy Music ai New York Dolls, da Wayne County ai Queen, dagli Ultravox ai Kraftwerk, dal Rocky Horror Picture Show a L'uomo che cadde sulla Terra, senza dimenticare un'esauriente panoramica sugli strascichi del fenomeno: Johnny Rotten, Kate Bush, Grace Jones, Prince, Madonna, Marilyn Manson, Lady Gaga e Kanye West, per fare solo alcuni nomi. A farla da padrone è però David Bowie. Simon Reynolds ne ripercorre la traiettoria personale e artistica a cavallo tra Inghilterra e Stati Uniti - non a caso i due paesi d'origine del glam rock - con la vertiginosa e straordinaria profondità analitica di cui è maestro, senza tentazioni agiografiche ma con la passione di un fan sconvolto dalla sua morte improvvisa. Ancora una volta la musica è utilizzata come lente per leggere i periodi storici, tracciando nessi spesso coraggiosi tra le forme artistiche più disparate: Oscar Wilde diventa così il «profeta del glam», mentre l'ascesa del rock parodico negli anni Settanta rientra nel concetto di «maniera» delineato da Oswald Spengler nel Tramonto dell'Occidente. Leggere Reynolds significa (ri)scoprire interi universi musicali, raccontati con uno stile che da oltre dieci anni affascina un pubblico di lettori sempre più entusiasta. 🛒👉Acquistalo su amazon




Hendrix 1968. The italian experience

Maggio 1968. In Italia sbarca una navicella aliena, The Jimi Hendrix Experience: sarà l'unico tour italiano del più grande chitarrista della storia del rock. Le città toccate, Milano, Roma e Bologna. Chi ha la fortuna di "sperimentare" quell'incontro ravvicinato, non lo dimenticherà più. Sei in tutto le performance, ricomposte qui minuziosamente come i tasselli di un puzzle, insieme con le scalette, il backstage e il fuori spettacolo. A cinquant'anni dall'evento, oltre cento testimonianze, articoli di riviste e quotidiani che raccontano lo "sbarco" e più di duecentocinquanta foto inedite a documentare quei concerti, di cui non esistono registrazioni audio-video ufficiali, quasi in un montaggio cinematografico. A completare il quadro, la ricostruzione del contesto politico culturale e della colonna sonora dell'epoca, in un Paese ancora sulla soglia dei circuiti del music business, dove Hendrix lascerà un'impronta indelebile. 🛒👉Acquistalo su amazon




A casa delle rockstar. Viaggio all'interno delle fantastiche dimore di Elvis, Ozzy, Dylan, Lennon, Page, Hendrix e di tante altre leggende del rock

Quando anche l’ultimo brano è stato registrato e si spengono gli amplificatori, le rockstar – come tutti noi – tornano a casa. Ma dove si trovano le loro dimore? Come sono? E cosa c’è dentro? "A casa delle rockstar" vi porta nelle abitazioni più lussuose, assurde e pazzesche della storia del rock’n’roll. Dalla celeberrima Graceland di Elvis alla famigerata Redlands, rifugio di Keith Richards; da Neverland, il favoloso ranch di Michael Jackson in California, al nido d’amore di Jimi Hendrix a Mayfair, Londra; da Hi Lo Ha di Bob Dylan a Woodstock sino alla proprietà di Ozzy Osbourne a Beverly Hills, culla del reality TV, farete un tour delle case più famose in cui le star hanno vissuto e dove (a volte) sono morte. Se alcune dimore, come Graceland o l’appartamento londinese di Jimi Hendrix, sono ora aperte al pubblico, altre – come i sontuosi edifici di valore storico di Jimmy Page a Londra e nel Berkshire – risultano blindate come fortezze. Alcune come Friar Park di George Harrison, sono costruzioni magnifiche, mentre altre, vedi il rifugio berlinese di David Bowie, appaiono anonime, specie se viste dall’esterno. Attraverso un viaggio fatto di jet personali, isole private, ville, piscine, stanze della musica, parchi giochi e molto altro, "A casa delle rockstar" svela alcune fra le abitazioni più stravaganti mai esistite. Grazie e testimonianze dirette, aneddoti gustosi, storie di vicende oltraggiose e tantissime foto, questa è la guida per vivere rock’n’roll! 🛒👉Acquistalo su amazon




1968. Soul e Rivoluzione 

Questo libro parla della musica (delle musiche) del 1968 vero, cronologico, così diverso dal Sessantotto mitico che nel corso del tempo è stato riempito di storie, favole, luoghi comuni di ogni epoca. Un anno vero, di dodici mesi, che oggi ci appare come un groviglio complicato e anche discutibile. Se vogliamo dirla tutta e giocar di fino con il paradosso, è l'anno più fragile della seconda metà dei '60, là dove tra rock e nuovo jazz si inventa un altro modo di fare musica, di ascoltarla, di viverla. Un anno incerto, sospeso, un tempo di transizione tra la bellezza pura del '65-'67, il Big Bang, e le avvincenti dolorose contraddizioni che seguiranno. 🛒👉Acquistalo su amazon




Ray Charles. Il genio senza tempo

Come scrisse Kenneth Lee Karpe nelle note di copertina di Ray Charlesat Newport “È la somma totale delle reazioni della sua gente ed è segnatodall'essere un portavoce del suo tempo. Quando la sua musica è felice glorificala felicità, quando è triste le sue richieste sono i pianti, i pianti molto personali,degli uomini nel dolore. E quando è arrabbiato la sua rabbia è quella di unamoltitudine. Lui è un uomo senza tempo, fuori dal tempo, perché canta di valoriumani.”Personaggio contraddittorio sia a livello umano sia artistico (ha alternato capolavoriad album mediocri o trascurabili), una vita unica e irripetibile, Ray Charlesha attraversato epoche diversissime e segnate da cambiamenti radicali, quasiincurante, talvolta perfino sprezzante, con la tipica risata e sempre a testa alta.Una storia tutta americana, la sua, a volte difficilmente comprensibile in un'otticaattuale o rispetto a concetti etici e morali convenzionali, tuttavia ci troviamodi fronte a chi è stato soprannominato The Genius.Ogni altro discorso è superfluo. 🛒👉 Acquistalo su amazon


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