Il presidente americano Richard Nixon ed Elvis Presley nello studio ovale nel 1970.
Una cosa che il re del rock and roll desiderava piĂ¹ di ogni altra era diventare un agente segreto sotto copertura, tanto che un bel giorno del 1970 si imbarcĂ² su un aereo per Washington e a bordo scrisse questa lettera al presidente degli Stati Uniti:


«Caro signor Presidente, vorrei anzitutto presentarmi. Sono Elvis Presley, la ammiro e Ho un Grande Rispetto [le maisucole sono nell’originale, NdA] per il suo mandato. Tre settimane fa, parlando al vicepresidente Agnew a Palm Springs, gli ho espresso la mia preoccupazione per il nostro Paese. La Cultura della Droga, il Movimento Hippie, l’SDS [Students for a Democratic Society], le Pantere Nere ecc. non mi considerano loro nemico o, come dicono loro, l’Establishment. Per me si chiama America, la patria che amo. Signore, desidero rendermi utile per quanto in mio potere alla nazione… Non ambisco a titoli o nomine. Riuscirei certamente a fare di piĂ¹ se fossi un agente federale con la massima libertĂ  d’azione. Aiuterei a mio modo, comunicando con gente di ogni etĂ . Sono anzitutto un uomo di spettacolo e non mi serve nient’altro che essere convalidato da credenziali federali».

Di questo evento ne fu tratto anche un film: Elvis & Nixon