Il 1976/77 il punk "bruciava" l'Inghilterra, in Italia e a Roma la guerra civile a "bassa intensità" che sono stati gli anni di piombo non hanno impedito lo sviluppo di quelle sottoculture che arrivavano dalla terra di Albione.

Anche Roma bruciava dinuovo, aveva i suoi punk e le sue band che a distanza di 40 anni vengono raccontate da Federico Guglielmi nel libro "Roma Brucia - quarant'anni di musica nella capitale", dai Bloody Riot ai Giuda.
Afferma l'autore al Rolling Stone"Visto che siamo tra persone serie, non vi racconterò balle che possano rendermi più credibile e/o stimabile ai vostri occhi: non leggerete, dunque, che nel ‘77/’78 cantavo in una cover band di Damned e Ramones o che sfidavo le notti romane con una spilla da balia a incattivirmi il volto e un giubbotto di pelle con la scritta “I don’t care” verniciata sulla schiena. All’epoca dei miei diciassette anni, però, acquistavo dischi, conducevo trasmissioni radio (anche se non ancora punk-oriented al 100%), assistevo ai concerti e avevo modo di incontrare quanti – non troppo numerosi, in verità – condividevano con me interessi e passioni musicali: vivevo in qualche modo la “scena”, insomma, e sono stati proprio i miei ricordi per fortuna non tanto sbiaditi – a fungere da base di partenza per questo piccolo viaggio in un passato ormai remoto..."



"Dalla seconda metà degli anni '70 il punk ha cambiato il volto del rock, creando una linea di demarcazione tra "prima" e "dopo": nuovi stili, nuovi atteggiamenti e nuovi modi di proporsi al pubblico e sul mercato si sono affermati ovunque nel mondo con effetti tutt'oggi evidenti. In questo quadro anche Roma si è ritagliata un suo spazio, dando vita a centinaia di realtà significative che a volte hanno conquistato le luci dei riflettori e in altri casi sono rimaste più di culto: dal punk dei Bloody Riot al folk-rock de Il Muro del Canto, passando per il combat-rock della Banda Bassotti, il rap degli Assalti Frontali, la nuova canzone d'autore di Max Gazzè, Niccolò Fabi, Daniele Silvestri, Tiromancino e Riccardo Sinigallia, l'indie de I Cani, fino a band affermatesi pure all'estero come Zu e Giuda, la Capitale non ha mai mancato di offrire musica personale e di grande interesse. Nei suoi oltre quattro decenni di attività giornalistica, Federico Guglielmi è stato testimone oculare e puntuale cronista di quanto accadeva nell'ambito della nuova musica nazionale, con migliaia di recensioni e centinaia tra approfondimenti e interviste. Un'ampia selezione di quanto da lui scritto a proposito delle tante scene che si sono avvicendate e sovrapposte a Roma è stato ora raccolto in questo libro prezioso per la quantità e la varietà del materiale, ma soprattutto perché costituito da testimonianze in massima parte contemporanee agli eventi e non ricostruite con il senno di poi."