Mod. Vita pulita in circostanze difficili
Terry Rawlings è una delle figure cardine della scena Mod inglese dalla fine degli anni Settanta. Appassionato e studioso della cultura sixties autoctona, ha seguito l'evolversi del Mod-revival a fianco di gruppo come Jam, Chords, Purple Hearth e Long Tall Shorty.
Rituali di resistenza. Teds, Mods, Skinheads e Rastafariani. Subculture giovanili nella Gran Bretagna del dopoguerra
"Resistance Through Rituals", pubblicato per la prima volta in italiano, analizza le aggregazioni subculturali giovanili (Teds, Mods, Skinheads, Rastafariani) che hanno interessato la società britannica negli anni successivi al secondo conflitto mondiale. Si indaga sulle logiche intrinseche, l'immaginario e la critica latente che hanno sviluppato i giovani della classe operaia britannica, sensibili, secondo gli autori, alle dinamiche del mutamento sociale e politico ed in grado di costruire una soggettività tesa a preservare i sicuri territori di appartenenza (fisici ed ideali). Questa tendenza segna la fisionomia, l'azione e la semiotica corporale di intere classi di individui, inclini alla costruzione collettiva di una identità originale simbolizzata mediante una serie di status, premessa assiomatica, oltre all'esistenza di una consapevolezza di classe, che legittima le produzioni subculturali e regolamenta le pratiche degli attori sociali coinvolti. Prefazione di Davide Borrelli, postfazione di Massimo Canevacci.
Roma siamo n'Oi! Scatti e racconti dalla scena skinhead, punk e mod dell'ultimo decennio. Ediz. illustrata
Una rassegna dell'ultimo decennio della "scena" skinhead, punk, mod di Roma, ma non solo. Quasi duecento scatti di anime ribelli, visi e corpi forse all'apparenza poco rassicuranti, ma certamente "veri". Questi ritratti non "posati" raccontano le storie di ragazzi e ragazze colti nella loro quotidiana "rivolta esistenziale": per strada, nelle manifestazioni politiche, negli incontri culturali, nei concerti, in mezzo al pogo, nei bagordi, nella scelta di precisi stili estetici, nella dura realtà delle periferie e delle borgate dove molti di loro vivono. Una straordinaria documentazione iconografica realizzata da un fotografo in tutto e per tutto "interno" a questo circuito.
Glory Boys - Qualcosa che vi racconto sul mondo mod
Uno sguardo sulla scena mod e sixties che l'autore ha vissuto negli ultimi anni, completo con descrizione di luoghi, eventi e personaggi legati a questa cultura.
Italia Skins. Appunti e testimonianze sulla scena skinhead, dalla metà degli anni '80 al nuovo millennio
Dalla Gran Bretagna del 1969 all'Italia della metà degli anni '80, il salto è notevole. Un filo rosso, però, riesce sia a colmare le distanze che a disegnare percorsi assolutamente originali. Si può parlare di anfibi e bretelle se si resta sul terreno dello stile, del genere Oi! se si affronta l'argomento da un punto di vista musicale, ma, per affrontare il discorso in modo organico, è alla scena skinhead nel suo complesso a cui bisogna fare riferimento. Questo il presupposto che muove la scrittura di "Italia Skins": un libro che, partendo dalle radici storiche del culto (non solo) giovanile meno compreso e più diffamato di tutti i tempi, concentra la sua attenzione su un periodo cruciale per l'evoluzione della scena italiana, ricostruendo storie perdute di band, crew, fanzine e concerti e, soprattutto, indagando insieme ai protagonisti alcuni nodi cruciali per l'evoluzione della scena. Dal rapporto con la politica a quello con l'alcol e con le droghe, Flavio Frezza affronta con orgoglio e senza tabù la storia delle teste rasate italiane, tracciando un percorso insidioso su cui, però, svetta un'unica sicurezza: «Non c'è niente come essere uno skin».
Essere skinhead. Birra, boots e oi!
"Testa rasata, jeans stretti, polo Fred Perry e, ai piedi, immancabili, un paio di solidi anfibi è il look inconfondibile di uno skinhead cioè, al di là di qualunque pregiudizio e a dispetto della disinformazione, di un militante antifascista, fedele ai valori della strada, alla sua crew (Dusty Boots Brigade) e, prima di tutto, alle radici proletarie e antirazziste della musica Oi! Ambientata nel cuore antagonista del meridione italiano, 'Essere skinhead' è un'avventura fatta di musica, birra e noie molto serie con la polizia. Un libro scritto durante la detenzione domiciliare da uno dei protagonisti di una sottocultura che, in ogni caso, preferisce la concretezza delle azioni a una vita fatta solo di parole. Ma anche un manifesto generazionale. E un invito a non abbassare mai la testa, perché neppure la repressione può nulla contro l'arma della solidarietà e al cospetto di uno stile poco avvezzo ad accettare i compromessi".
Le radici della rabbia. Origini e linguaggio della cultura skinhead
Puntualmente accusati di teppismo e di ubriachezza molesta dalla stampa mainstream, travisati, in virtù delle immancabili teste rasate, fino al punto da essere descritti come simpatizzanti di estrema destra da accademici ignari della loro radicata vocazione antifascista e antirazzista, gli skinhead incarnano uno stile irriducibile alle mode correnti, ai tentativi di assimilazione del circuito mediatico, all'etica addomesticata dei benpensanti. Forti di un patrimonio che, dagli anni Sessanta a oggi, si è tramandato attraverso un preciso genere musicale e uno stile impeccabile, gli skinhead sono "il sangue che scorre nelle vene della metropoli". Risalendo alle "radici della rabbia", Federica Paradiso esplora un mondo nato nei bassifondi delle megalopoli europee, indagandone dall'interno origini, tradizioni e linguaggio (con un inserto fotografico di Fabrizio "Fritz" Barile).
La storia del punk
'Nessun futuro' cantava Johnny Rotten mentre i Clash rispondevano a tono con 'No a Elvis, no ai Beatles e ai Rolling Stones'. Il 1976 è stato l'anno zero della storia del rock, quello in cui la musica è ripartita da capo, con nuove energie e influenze inedite. Il punk rock, al contrario del suo slogan più celebre - nessun futuro, appunto - ha dimostrato invece di averne uno molto brillante e non solo in campo musicale. Memore delle proprie radici, quelle di Stooges, Velvet Underground, New York Dolls e MC5, il punk ha cambiato il corso della storia con Sex Pistols e Clash nel Regno Unito e Ramones negli Stati Uniti, prima di evolversi in decine di sottogeneri altrettanto rivoluzionari. Dal post-punk all'hardcore, si è arrivati negli anni Novanta a conquistare le classifiche di tutto il mondo grazie a una formula che ha unito l'aggressività e la rabbia proprie di quel genere con le melodie pop che appartengono solo alle grandi canzoni. E allora è toccato a Green Day e Offspring commercializzare una musica ribelle che pareva impossibile da vendere e che, invece, ha saputo riconquistare il suo ruolo naturale, scomodo e provocatorio. Ancora oggi, il punk rock sembra davvero la colonna sonora perfetta per un mondo sempre meno a misura d'uomo.
Storia vissuta del punk a Los Angeles
Quando si parla di punk vengono sempre in mente i Sex Pistols e tutti i ragazzi (ex) inglesi che quarant'anni fa misero a ferro e fuoco la scena londinese e poi europea, con le loro cattive abitudini e i loro cattivi esempi. Ma prima e dopo quel fenomeno scoppiò una simile rivolta anche negli Stati Uniti, prima a New York e poi a Los Angeles, con tratti molto originali e risultati musicali che ancora si ricordano. Questa è la storia di come il punk bruciò in California, terre governate da sempre dagli hippies; e di come i nuovi suoni, più crudi e brutali, cambiarono la scena e l'immaginario dei ragazzi non solo di quei luoghi.
Punk! Ediz. illustrata
Per gli studiosi il solo, vero punk rock è quello delle origini: la musica aspra, scandalosa, selvaggia che sbocciò più o meno intorno al 1976 e imperversò fino al 1978, anno in cui la sua iniziale, irruente genuinità si stemperò in posa, maniera, business. Dedicato proprio a quella prima, indimenticabile generazione, questo volume racconta il manifestarsi del punk in tutto il mondo affrontando singolarmente ogni scena nazionale, regionale o cittadina: da New York a Londra, da Manchester alla California, dall'Ohio a Detroit, dall'Australia alla Francia alla Scandinavia, fino alla timida ma baldanzosa scena italiana. Una guida storica, con oltre 1000 band citate, migliaia di singoli e album, un juke box di brani fondamentali imperdibili e un mostruoso apparato iconografico per la gioia dei semplici curiosi e dei più depravati collezionisti.
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Costretti a sanguinare. Racconto urlato sul punk
Lui suona in una band, provoca i benpensanti e scrive invettive contro il futuro, ha lo sguardo allucinato e, sulla schiena del giubbotto, la scritta "Costretti a sanguinare". Una narrazione senza virgole e senza pause, come avviene nei dialoghi più appassionati, un flusso di coscienza a strappi, simile al balbettio di un oratore concitato, un libro autobiografico che tenta di trovare l'eco di un moto collettivo. Una testimonianza urlata sul punk italiano che ha segnato un drammatico passaggio d'epoca, modificando per sempre l'immaginario e la critica all'omologazione. Un testo febbrile che mette in scena la rabbia e lotta per la sopravvivenza di migliaia di giovanissimi che frequentavano lo storico centro sociale Virus di via Correggio 18, quando Milano era una delle capitali del punk in Europa. Come in un romanzo, ricco di episodi esilaranti e di situazioni limite, qui si corre a tutta velocità lungo otto anni, dal 1977 al 1984, sulla linea di una fragile etica metropolitana per ribelli di ieri e di oggi. Riscritto e aggiornato dall'autore con nuovo carburante narrativo, "Costretti a sanguinare continua il suo resistente viaggio editoriale alla caccia di lettori che vogliono provare a cambiare il mondo e il proprio destino.
Questo libro esplora la cultura del punk e il suo mondo fatto di sesso, droga, follia e malessere. Dal trattamento elettroshock subito da Lou Reed fino alla morte per overdose e abusi di Sid Vicious, Johnny Thunders e Nico, fino alle complicate scappatelle di gente come Dee Dee Ramone. Il libro analizza con freddezza la cultura nichilista e la voglia di autodistruzione di un'intera generazione ed è scritto come fosse un lungo intreccio di voci diverse (quelle dei protagonisti), intenti a raccontare la loro esperienza, senza omettere dolori ed eventuali drammatici buchi.
Stelle deboli. La storia di Sid Vicious e Nancy Spungen
"Due solitudini che s'incontrano: questa è in sintesi la storia di queste due anime. Sotto lune troppo pallide e stelle troppo deboli per indicare loro la via". Così scrive Massimo Cotto nella sua prefazione a "Stelle deboli" il libro firmato da Daniele Paletta, che ripercorre la storia del drammatico amore tra Sid (Vicious) e Nancy (Spungen). Amore tragico che si conclude in maniera funesta, senza nessun sensazionale happy ending, nelle stanze newyorkesi del Chelsea Hotel. Un amore punk che Daniele Paletta racconta ora con crudezza ora con estrema dolcezza, in sostanza un po' com'era il loro travagliato rapporto, sempre in bilico tra vita e morte. La storia dice che fu la mano di Sid a dare la morte a Nancy; come poi sia andata realmente non c'è certezza ma poco importa, l'autore non analizza gli aspetti criminologi ma predilige il lato umano, come si conviene ad una storia d'amore.
Sid Vicious proibito
La vita e la morte di Sid Vicious, l’anima nera del punk nell’Inghilterra di fine anni Settanta, raccontata attraverso la cronaca dei fatti, le testimonianze, le dichiarazioni dei protagonisti. L’infanzia con la madre hippie, e il ribellismo giovanile. L’amicizia con Johnny Lydon Rotten, e il negozio londinese “Sex” di Malcolm McLaren. Gli stupefacenti e i Flowers of Romance. L’avvento del punk, e l’epopea dei Sex Pistols. Il sesso e l’eroina con la groupie Nancy Spungen. Nichilismi, intemperanze e provocazioni sulla scena rock. Il tour americano con sangue e incidenti. La tossicodipendenza e la fine dei Pistols. L’uccisione di Nancy e l’accusa di omicidio. Il tentato suicidio, e la morte per overdose (New York, 2 febbraio 1979) all’età di 22 anni. 🛒Acquista
Clash to me. Racconto punk di provincia
La vita di un punk toscano, un ribelle contadino che sogna Londra e vive fra i cipressi e i campi di tabacco Kentucky. Il sogno del caos metropolitano, il disordine di vite vissute male e in fretta, i gesti di inutile (ma a volte straordinaria) follia. Una storia scritta come se fosse suonata, cantata e raccontata con rabbia, umori neri e ironia. Così nasce il racconto punk, memoria adulta di ex giovani sbandati, una storia di acerba follia e auto-esclusione, con un salto mortale verso il presente dove i sopravvissuti, oggi maturi e integrati, sono stati riassorbiti da questa bella società che, a parole, volevano "fottere".
California über alles. Le origini dei Dead Kennedys
Grazie a una miscela incendiaria di musica originale e nevrotica, unita ai testi incisivi e dissacranti del frontman Jello Biafra, i Dead Kennedys sono spesso considerati il più grande gruppo punk americano della loro generazione. E pur avendo sempre pubblicato e distribuito i propri dischi in canali indipendenti e lontani dal mainstream, sono diventati la prima band di un certo calibro che non solo non si è mai piegata alle leggi del sistema discografico tradizionale, ma ha fatto della lotta all'industria musicale una delle proprie bandiere. In questo libro, Alex Ogg sfrutta dozzine di interviste e dichiarazioni esclusive dei membri della band per raccontare le origini di un gruppo che ha sguazzato nelle polemiche e nelle controversie praticamente dagli inizi, trasformando la retorica già quasi stantia del punk in qualcosa capace di essere un'effettiva spina nel fianco del sistema - oltre che estremamente divertente! Completano il tutto un'ampia raccolta di opere dell'artista underground Winston Smith, che ha caratterizzato in maniera unica l'estetica dei Dead Kennedys, e le riproduzioni di svariati scatti d'epoca della celebre fotografa punk americana Ruby Ray. 🛒Acquista
La mia vita hard-core. Punks, skins e altre storie a New York City
"Lo straordinario racconto di Harley Flanagan non è solo la storia del movimento hardcore newyorkese, di cui lui è il padre fondatore, ma è la storia di New York stessa. È tutto scritto qui, una serie incredibile di coincidenze inverosimili, di successi, catastro e amicizie. Se è accaduto a New York, ed è stato importante e interessante, ci sono buone probabilità che Harley fosse nei paraggi". - Anthony Bourdain, chef stellato e autore di culto. "Harley Flanagan non è come me o voi. La maggior parte di noi è cresciuta in un ambiente relativamente sicuro e protetto. Harley è venuto su come un animale selvatico, costretto a cavarsela da solo nella giungla di delinquenza, droghe, soprusi e povertà del Lower East Side degli anni Settanta. A soli undici anni divenne una piccola star come batterista degli Stimulators suonando in locali come il Max's Kansas City e il CBGB e socializzando con personaggi del calibro di Debbie Harry dei Blondie o i Dead Boys. Tutti pensano sia stato qualcosa di molto carino... ma non lo era per niente". - Steven Blush, autore dei libri American Punk Hardcore e New York Rock. 🛒Acquista
Black flag. I pionieri dell'hardcore punk
California del Sud, Hermosa Beach. In seguito a un breve ma intenso periodo di rodaggio, arriva il primo Ep: "Nervous Breakdown". Siamo nel gennaio 1978. In 5 minuti e 10 secondi i Black Flag fanno piazza pulita di qualsiasi compromesso, gridando al mondo l'angoscia di vivere e presentando tutti i caratteri essenziali di quello che sarà definito hardcore punk. Negli otto anni successivi, fra continue divergenze interne e sostituzioni, i Black Flag danno vita a un punk miniaturizzato e nichilista, dotato di un'inedita vena "sperimentale". Un repertorio sublimato nell'apocalittico "Damaged". "Black Flag" è la storia di incessanti lotte contro le forze dell'ordine, l'industria discografica e perfino contro i propri fan. La band è raccontata dall'interno, attraverso interviste ai membri del gruppo, ai loro contemporanei e ai musicisti che hanno ispirato. 🛒Acquista















































