DAVIDOSKY CONSIGLIA - QUARTA SETTIMANA

Dopo la lunga pausa estiva passata e mettermi in forma per la post-prova costume, la vostra amata rubrica di consigli di visioni cinematografiche ritorna più splendida che mai, più critica e irriverente come non mai. DAVIDOSKY CONSIGLIA che è molto meglio di L’ANGOLO Di OTTOBRE. Questa settimana le visioni sono forti, ancora più disturbanti, che riflettono in parte il mio stato d’animo. Stiamo parlando di cinema, cioè di un qualcosa che, come diceva uno molto simpatico, parla di amore, di passioni…di sesso”. È vero! Il cinema parla di amore, di passioni, di sogni e paure, di emozioni forti, per farci divertire, spaventare, disturbare, ma sempre regalandoci emozioni, belle e brutte che siano, anche le più inconfessabili. Vorrei fare una premessa prima dei consigli. Forse qualcuno mi accuserà di mettere film vecchi che la nonna andava a vedere al cinema quarant’anni fa; ma ci sono cose che sono andate a finire nel dimenticatoio ed è giusto riscoprirle e rispolverarle con gli occhi e le sensazioni. Sono film che hanno sempre qualcosa da dire proprio come diceva Italo Calvino a proposito dei classici. Inoltre i film della mia rubrica sono fatti per emozionare non per rilassare. L’arte non rilassa, l’arte emoziona, turba e sconvolge. Il cinema, che è la sintesi delle arti, amplifica qualsiasi cosa trasformandola in un’esperienza radicale… ops ma questo è un passaggio del mio libro, mi sono sbagliato a fare copia e incolla. Mettetevi comodi in poltrona e ne vedrete delle belle questa settimana per le visioni che vi consiglio. BUONA VISIONE!!!


Histoire d’O (Just Jeachin, Francia, 1976). Uno dei grandi film dell’erotismo di tutti i tempi, tratto da uno dei romanzi erotici più affascinanti di sempre. O è il nome della protagonista, e sta per Obbedienza. Potremmo definirlo come il film sul Bdsm per eccellenza, lo stesso per il romanzo. Altro che Cinquanta sfumature di Grigio Pirla, con il suo perbenismo e moralismo piccolo-borghese. Qui c’è sensualità, perversione, provocazione ed eleganza, cuoio e metallo (non pesante purtroppo). La colonna sonora crea un’atmosfera sbalorditiva che lo fa diventare veramente un gran bel film. Consigliato a chi pensa che il passato è sempre bello rispetto al deserto culturale in cui siamo costretti a vivere; ma anche per chi, avendo timore di vedere un film francese, può cambiare il titolo in “Famme male qui” e lo vedrà con più tranquillità e allegria.







La Luna (Bernarno Bertolucci, Italia/Usa, 1979). Gran bel film che parla di tutto e di più, droga, incesto, e chi più ne ha più ne metta. I colori sono fantastici, vi susciterà tante emozioni, e soprattutto sorprese. Ad un tratto lo spettatore penserà che i due adolescenti stanno a fa roba e invece se stanno a bucà! Poi la cosa ancora più divertente è vedere Benigni, Verdone e Thomas Milian come non li avete mai visti. Si vede anche la duna di Sabaudia. Consigliato a chi non sa che c’è tutto un cinema che non fanno più in televisione e non sa quello che si perde; ma anche per chi, ispirandosi a Mc Gyver, potrà usare una forchetta in tanti modi, tranne che per mangiare.








L’uomo che mente (Alain Robbe-Grillet, Francia/Cecoslovacchia, 1968) Gran bel film, affascinante, misterioso, difficile da capire. Non ci capirete nulla e ci capirete tutto. È un esercizio, una sfida per lo spettatore. In fondo ogni interpretazione è fondata. È un film bellissimo, non abbiate paura di vederlo. Consigliato agli animi profondi, intellettuali,che anche in un film in bianco e nero riescono a vedere uno spettro di colori accecante; ma anche a chi non sa più che balla inventare per portarsi a letto le ragazze, e ne cerca di nuove perché le ha finite tutte.









L’esorcista (William Friedkin, Usa, 1973) Forse non vi farà più paura ma è un vero e proprio capolavoro. Lo dovrebbero far studiare nelle facoltà di psicologia. Ogni sequenza può essere intitolata come un saggio di Freud. C’è praticamente buona parte dell’opera del grande Sigmund: L’interpretazione dei sogni, Psicopatologia della vita quotidiana, Al di là del principio di piacere, Il disagio della civiltà, Psicologia delle masse e analisi dell’Io, L’avvenire di un’illusione, Il Motto di spirito, Totem e tabù, Precisazioni sui due principi dell’accadere psichico. C’è praticamente tutto: Edipo rimosso, sogno, feticismo, critica alla religione, ecc. Però c’è anche un qualcosa che non mi quadra. Sembra che il film abbia anche tanto bigottume. Come mai il maligno si manifesta in una casa dove vi è una donna emancipata, atea e divorziata? Inoltre Capitan Gaio, ma che nome è? È un po’ equivoco, non vi sembra? È il film preferito di Giovanardi e Povia perché pensano che Capitan Gaio sia una metafora del presidente dell’ArciGay. Consigliato a chi si domanda ancora oggi se Max Von Sydow sia stato qualche volta giovane o come faccia a mantenersi sempre uguale da quando aveva dieci anni, cioè vecchio. Inoltre è consigliato a chi vive di stereotipi, che pensa che ogni tedesco sia nazista, che ogni italiano sia mafioso, che ogni arabo sia dell’isis, e che ogni fascista è stronzo, no no questo è vero, mi sono sbagliato io.


Dersu Uzala (Akira Kurosawa, Urss/Giappone, 1975) Forse qualcuno dirà: ma Davidosky ci consiglia sempre film cecoslovacchi con i sottotitoli in tedesco o film sovietici sull’efficienza dei trattori socialisti? Questo è un film bello, poetico, dolce. La storia di un’amicizia senza condizioni. In fondo è un film estremo come i luoghi dove è girato, perché l’amicizia, quella vera, è sempre un atto estremo di accettazione dell’altro con tutti i difetti e le stranezze. Forse vi farà riflettere o forse vi annoierà, forse vi commuoverà o forse vi farà dire: Ma Davidosky un bel film con la Fenech perché non ce lo consiglia mai? Consigliato a chi crede nell’amicizia ma ognuno a casa sua, ma anche a chi in nome dell’amicizia è disposto a rinunciare sempre a una parte delle proprie abitudini.





Caligola (Tinto Brass, Italia/Usa, 1979) Se sperate di vedere te*te, cu*i e reggicalze avete sbagliato, nel senso che il reggicalze non c’è, tutto il resto però Sì. È sempre il Brass provocatorio, anarchico e dissacrante, ma non ancora erotico con i film girati nel bagno blu di casa sua. In questo film vi è addirittura la collaborazione di Gore Vidal, e i soldi di Penthause. Un film molto ma molto particolare, mistico, in cui il noto imperatore romano viene mostrato nella sua perversa e folle umanità. Film maledetto, censurato, tagliato e perso. Vedetelo e rivedetelo, merita veramente. Consigliato a chi pensa che Malcom Mcdowell abbia recitato solo in Arancia Meccanica, e soprattutto a chi pensa che il cinema non debba rappresentare la realtà e tantomeno la storia.





Non violentate Jennifer (Mark Zarchi, Usa, 1978) Un film disturbante come un trapano nel cervello e uno sui denti. Violento, realistico fino allo spasmo, agghiacciante, disturbante, forse alla fine del film vi verrà da vomitare. film femminista che almeno una volta bisogna vederlo. Se lo vedete una seconda volta vuol dire che siete masochisti, o che la prima volta vi siete girati dall’altra parte per non guardare le sequenze più forti (cioè tutte). Consigliato a quelle nullità che pensano che le donne vadano calpestate e a chi pensa che sono il sesso debole. Inoltre è consigliato a tutti quegli animali che fanno violenza agli angeli, e che non sanno che anche loro sono capaci di vendicarsi in un modo o nell’altro.