lunedì 30 novembre 2015

DAVIDOSKY CONSIGLIA – CONTRO PASOLINI

Dopo un silenzio di qualche settimana in rispetto per le vittime degli attentati di Parigi e di tutte le vittime che ogni giorno muoiono in altre parti del mondo, senza che nessuno mette sul proprio profilo Fb la bandiera del paese di appartenenza; ritorna finalmente la vostra rubrica amata e odiata di consigli cinematografici . Stavolta Davidosky consiglia sarà un po’ più seria (seeee), in ricordo di un uomo appassionato, intenso, fragile e contraddittorio: Pier Paolo Pasolini. Forse questa settimana le recensioni susciteranno clamore, meraviglia e disgusto, mi dispiace ma non sono un ammiratore totale di Pasolini come regista, né come romanziere. Lo adoro come poeta, questo sì. Pier Paolo è stato un uomo di grande intelligenza e anche di grande ingenuità, dotato soprattutto di una grande passione politica, civile, intellettuale e vitale. Allo stesso tempo, ed è cosa che mi fa detestare profondamente Pier Paolo, è stato un grande moralista, talvolta indirettamente reazionario in alcuni suoi giudizi, nonostante si ritenesse comunista. Ha osservato i cambiamenti della società vivendo in prima persona le contraddizioni che spesso criticava negli altri. Al di là del fatto che fosse un caro amico di Alberto Moravia, scrittore che io adoro, non mi unisco al coro degli epigoni di una sinistra fortemente borghese che mantiene lo status quo e ha rinunciato alla trasformazione del mondo, i quali sono pronti ad osannare a-criticamente quello che è stato certamente un grande intellettuale, ma che ha commesso tanti errori di analisi, di prese di posizione che io ritengo sbagliate. “Il Pci ai giovani” per esempio è la poesia più reazionaria che ci sia, nonostante l’impianto generale corretto; e non vi venga in mente di pensare che Pasolini sia stato un comunista o un marxista. Io sto dalla parte di Edoardo Sanguineti, dalla parte di quelle posizioni che egli espresse contro PPP dalle colonne di alcuni giornali. La dimensione sacrale che PPP estendeva nei confronti di un’altra chiesa, alternativa a quella cattolica che era appunto il Pci, si ripercuoteva in un complesso edipico carico di masochismo e di un autolesionismo estremo. Ma nonostante tutto, come diceva egli stesso, un intellettuale (o un artista) è una contraddizione vivente. Pasolini è stato un pessimo regista e uno scrittore troppo sopravvalutato, però come diceva Moravia “è stato un poeta – io aggiungo un vero e autentico poeta – e di poeti non ne nascono ogni giorno, ne nascono due o tre in un secolo” … forse. Certamente la mia rubrica è spesso politicamente scorretta, a volte può sembrare sessista, ma è solo ironia dettata dalla libertà di potere e volere dire ogni cosa contro ipocrisia e falso moralismo. 
I film che consiglio alcuni sono di Pasolini e altri instaurano indirettamente un rapporto con questo intellettuale complesso.
Buona Visione !


- Uccellacci e Uccellini (Italia, 1966) La storia di un ragazzetto che si muove allegro con la stessa simpatia del mio amico Davidino ma al seguito di un padre bigotto e ipocrita che assomiglia a un beccamorto (Totò). I due fanno un viaggio a piedi per una Roma che sembra grande quanto Latina Scalo, senza macchine e senza palazzi. Successivamente ai due si unisce un pennuto parlante più intelligente di loro e simpatico quanto Portobello, che si atteggia a intellettuale di estrema sinistra, facendo morali su ogni cosa, proprio come alcuni anarchici che conosco. Il film è allegro e devo dire che è l’unico film veramente bello e poetico di Pasolini. Consigliato a chi prende la vita con allegria ma al momento giusto è capace di grandi riflessioni esistenziali da sembrare Heidegger, Sartre e Camus messi insieme; ma anche a chi, dopo essersi calato pasticche su pasticche, ancora non vede uccellacci che parlano e nemmeno uccellini.


- Comizi d’amore (Italia, 1965). Questo è un’inchiesta sulla sessualità, l’amore, i rapporti di coppia ecc. Un lavoro veramente di impegno e di grande coraggio nell’Italia bigotta del boom. La cosa bella è che le persone che vengono intervistate dimostrano un rispetto e una gentilezza nei confronti di Pasolini veramente sorprendente. Poi nel film ci sono Moravia, Muscetta, la Fallaci che sembra simpatica, e Ungaretti che sembra il nonno cannibale di “Non aprite quella porta”. Un materiale umano formidabile, un lavoro sopraffino, veramente un grande film-inchiesta. Consigliato a chi gli bastano solo tre parole per capire una persona ma anche per chi, dopo aver fatto il serio, ha voglia di una bella partita a calcetto o di tifare la Magica Roma. 

- Teorema (1968) La storia di un attore ubriacone che lo vedremo anni dopo interpretare Priscilla la regina del deserto, ma che veste di gran classe. No mi sono sbagliato, questo è l’episodio di Fellini di “Tre passi nel delirio”. La storia di Teorema è quello di un ospite inatteso (che è sempre lo stesso attore di prima) che irrompe in una dimora dell’alta borghesia e va a letto un po’ alla volta con tutti i membri della famiglia, uomini e donne. A un certo punto si ha la sensazione di vedere la sequenza della pioggia di “W la foca” per quanto è intenso sto film. Manca solo Bombolo e la bellissima e milfissima Dagmar Lassander per farlo diventare un bel film. Consigliato a chi non gli va di capire sensi nascosti nei film, tanto i film di Pasolini sono di una chiarezza assurda nonostante le costanti metafore; ma anche per chi ritiene che Silvana Mangano abbia la stessa espressività della Bruzzone, la crimonologa fetish che dopo Miss Italia ho incontrato una settimana dopo a Termini. 


- Porcile (Italia, 1969) Na schifezza de film che veramente non si può. Il film è diviso in due storie parallele: la prima narra dello stesso frekkettone di qualche settimana fa che torna dalle crociate o da una battaglia simile affamato così tanto da ammazzare le persone e mangiarsele. Avevano sbagliato il titolo, dovevano chiamarlo “I cannibali” non quello dell’altra volta. La seconda parte narra del figlio di un industriale che invece di cedere alle avances di una ragazzetta dalla faccia un po’ zozzetta preferisce andare nel porcile ad accoppiarsi con i maiali, fino a che non se lo mangiano. Forse aveva interpretato male il consiglio di qualche amico che gli diceva: <<ti devi trovare una bella maiala …>>. Un grande cast sprecato, Tognazzi, Clementi, Jean-Pierre Leaud (che assomiglia a Manolas, il difensore della Roma), Ferreri. Poi c’è Citti che non c’entra niente ma Pasolini ce lo deve mettere per forza come Ninetto Davoli. Consigliato a chi tira ancori fuori la storia di Cicciolina con il cavallo e a chi è convinto ancora oggi che Pasolini sia stato un grandissimo regista
- Salò (Italia/Francia 1975), film girato a ca**o di cane, che in confronto “Pierino torna a scuola” sembra un capolavoro di Lynch e Alvaro Vitali assomiglia ad Alain Delon. Il film sotto certi aspetti è anche interessante, ma è pervaso da un’atmosfera da suicidio, soprattutto grazie all’espressività di uno dei gerarchi fascisti che sembra disegnato da Tullio Pericoli. Paolo Bonacelli lo vogliamo ricordare in “Rimini, Rimini” con Marisa delle tre Fontane (La più romanista delle pu**ane) che manda Jerry Calà a comprare la grappa del cervo. Consigliato a chi rientrando a casa all’ora di pranzo dice alla moglie: << che odorino, che hai cucinato, pulpette di me*da?>>, ma anche a chi ha visto prima il video dei Cradle of Filth e adesso vuole vedere l’originale. 

- Solaris (Andreij Tarkovskij, Urss, 1972). La risposta sovietica a “2001 – Odissea nello spazio”. Film che venne rovinato dal doppiaggio eseguito da Dacia Maraini secondo una visione popolare del cinema teorizzata da Pasolini. Menomale che è stata fatta una nuova versione con i dialoghi in italiano e non in romanesco, ripristinando 40 minuti di materiale scartato in precedenza per venire incontro ai gusti delle classi popolari che non avrebbero capito. Roba da matti! Allora uno dovrebbe tagliare film e libri perché non vengono capiti. Poi dite che devo amare Pasolini? Sembra il paradigma della casalinga di Voghera, il pastore abruzzese, ecc. Tarkoskij stesso, che parlava perfettamente italiano, criticò aspramente questa versione pasoliniana. Consigliato a chi ormai si è abituato e forse anche assuefatto ai mie gusti strampalati e non ne può più fare a meno; ma anche a chi pensa che ogni settimana i film sono ancora più strampalati della settimana precedente, così tanto da rimanere senza parole, e dire: <<adesso voglio proprio vedere Davidosky che altra ca**ata ci propina>>.

- Amore Tossico (Claudio Caligari, Italia, 1983). La storia di un gruppo di tossici de Ostia che cercano la roba, con un protagonista che sembra il cantante dei Mr Big anche se parla come Sora Lella. Dopo aver visto questo film Ostia non mi sembrava più così bella come la prima volta. La seconda volta che ci andai c’è mancato poco che ci lasciassi le penne. Un’esperienza terribile. La prima volta è andata molto meglio, avevo la fidanzata milf, ehehehehe. Consigliato a chi pensa che oltre ad essere tossico l’amore è anche una camera a gas e un gelato al veleno…sempre ste mode vegane; ma anche per chi gli va di vedere sto film perché ne parlano tutti e lo considerano pure bello. 
- Pasolini (Abel Ferrara, Usa, 2014). Abel Ferrara per girare questo film (?) aveva frullato eroina, cocaina, fumo, marijuana, anfetamine, md ma, lsd insieme alla Bomba che usa Fantozzi durante la Coppa Cobram e si era bevuto il bibitone come se fosse stato una red bull dal sapore ancora più schifoso. Na sceneggiatura scritta a mano mentre ci si scaccola. Scamarcio sembra Cassiodoro di Marzocca, quello che diceva: <<Ti devo menare?>>. Ninetto Davoli che dovrebbe interpretare Edoardo De Filippo, ci assomiglia talmente tanto che in confronto io assomiglio a Jim Morrison, Brad Pitt e Leonardo Di Caprio, o a Marlon Brando ne “Il selvaggio” per via del giubbotto di pelle. Inoltre Davoli recita bene solo quando si mette a orinare per la strada. Interessante notare un rito in cui due opposte fazioni di gay e lesbiche come se stessero allo stadio si mandano a quel paese, prendendosela con quello che hanno tra le gambe. Mi sa che Ferrara aveva trovato un'altra droga per pensare sta sequenza, forse sniffava la grafite delle matite o i corvi morti come Death dei Mayhem. L’unica cosa positiva è Defoe (non quello di Robinson Crusoe) che sembra tale e quale a Pasolini. È entrato perfettamente nella parte. D’altronde da quando vive a Roma (e qualche mio studente l’ha anche visto) è diventato romano doc. Consigliato a nessuno, è un ora e mezza buttata, a sto punto è meglio “Pink Flamingos” di Waters, ma è consigliato anche a chi ha visto gli altri film e non gli va di mettersene a sceglierne un altro di sua iniziativa.

Buon compleanno Billy idol, comepie oggi 60 anni!

Spegne 60 candeline oggi il volto piu duro, marcato e androgino del punk-rock degli anni 80, capello biondo platino e labbro sempre tirato su, giacca di pelle e atteggiamento da duro ha fatto danzare migliaia di adolescenti da soli nella propria stanza con Dancing with myself e deliziato tante altre serate danzerecce con Eyes without a face, Rebel Yell, White wedding e tante altre!










La moda di oggi che si ispira alle TEDDY GIRLS degli anni 50 (30 foto)

Ciuffi, creepers e banane... ma poco RRRRRROCK!


































domenica 29 novembre 2015

La Gang delle Teddy Girls nella Londra degli anni 50 (11 foto)

Il fotografo Ken Russell nel 1955 decise di fotografare una "banda" di ragazze di Londra. Le descrisse forti ed eleganti e con un senso di forte appartenenza al gruppo. Il mondo, l'Europa e Londra erano da poco uscite dalla guerra, dai razionamenti e dalle difficoltà economiche ... deve essere stato molto difficile per quelle ragazze vivere in una società conformista come quella,  portare i pantaloni con orgoglio e ballare il rock 'n roll fino a notte fonda.














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